
Ecco perché i centri antiviolenza rischiano la chiusura. Il governo si muove per salvarli
Si è riunito oggi, alla presenza della ministra Eugenia Roccella, l’Osservatorio nazionale sulla violenza contro le donne, insediato presso il Dipartimento per le pari opportunità della presidenza del Consiglio, allargato ad alcune ulteriori associazioni indicate dalle Regioni. Oggetto dell’incontro, l’avvicinarsi della scadenza della proroga disposta dalla ministra Roccella per l’entrata in vigore dei nuovi e più stringenti requisiti per i Centri Anti-Violenza e le Case rifugio stabiliti alla fine della scorsa legislatura con un’intesa tra lo Stato e la Conferenza Unificata. È quanto si legge in una nota del Ministero per le pari opportunità.
Revisione dell’intesa
In base alle segnalazioni pervenute da diverse Regioni e ai dati forniti, infatti – si legge ancora -, con i nuovi requisiti il 15% della possibilità di accesso ai Centri e il 41% dei posti nelle Case rifugio ad oggi facenti parte della rete anti-violenza andrebbero persi e dovrebbero interrompere la propria attività. Per garantire la continuità della rete territoriale l’attuale governo aveva sospeso fino al prossimo mese di settembre l’entrata in vigore dell’intesa siglata nella scorsa legislatura, e per favorire l’armonizzazione di tutte le esigenze in campo, all’esito di un lungo percorso partecipativo con gli enti locali e le associazioni, ha sottoposto a tutti gli attori interessati un’ipotesi di revisione dell’intesa che manterrebbe per il futuro i nuovi requisiti ma salverebbe i Centri e le Case rifugio già operanti, scongiurandone la chiusura.
Soluzione condivisa
Alla luce della diversità delle posizioni emerse durante l’incontro odierno, il ministero ha chiesto a tutti i soggetti coinvolti di far pervenire per iscritto ulteriori ipotesi di revisione. Qualora entro il termine previsto le parti non raggiungessero una soluzione condivisa – conclude la nota -, il governo si farebbe carico di scongiurare l’interruzione sul territorio dei servizi di accoglienza per le donne vittime di violenza.
Fonte: Il Sole 24 Ore