
Ecosistema urbano 2025, le conquiste del Sud da Cosenza a Ragusa
Una costante (purtroppo) garantita: nel complesso il Sud rimane indietro. Anche quest’anno la coda della classifica generale di Ecosistema urbano è quasi tutta meridionale. Nelle ultime 10 posizioni solo Fermo, 99ª, interrompe un monopolio per niente ambìto. Una top ten “rovesciata” con città grandi (Napoli, Palermo, Catania), medie (Reggio Calabria, Catanzaro), piccole (Vibo Valentia, Crotone, Caserta, Caltanissetta). Tre calabresi (dal fondo, Reggio, Vibo Valentia e Crotone) chiudono la graduatoria, penalizzate anche – sottolinea Legambiente – dal fatto che l’Arpa territorialmente competente non ha comunicato i dati sugli inquinanti atmosferici. Eppure ecco alcune eccezioni, centri urbani che si impongono nella propria regione e conquistano piazzamenti buoni (Cosenza è 16ª, nonostante i valori dell’aria assenti, e Cagliari 23ª) o decisamente “dignitosi”: tra questi Lecce al 53° posto e Ragusa al 58°.Cosenza condivide con Lecce e Ragusa un buon numero di presenze nella metà più alta delle classifiche, ma anche un trasporto pubblico sottoutilizzato a fronte di un alto tasso di auto in circolazione. Un fattore che è legato soprattutto ad abitudini difficili da far arretrare.
Cosenza, sei piazzamenti in top 10
La città calabrese conquista ben sei piazzamenti tra le prime 10, tra cui il secondo posto alla voce ciclabilità, il quinto per l’estensione di isole pedonali e il sesto per il numero di alberi. «L’attenzione agli aspetti ambientali è costante – dice il sindaco, Francesco “Franz” Caruso -. È stato ristrutturato il parco più grande della città, Villa Vecchia, puntiamo ad aumentare ancora le piste ciclabili e stiamo crescendo nella raccolta differenziata dei rifiuti, che ora è poco sotto la media: per questo arriveremo a installare in tutto 11 eco-isole. La prospettiva di lungo periodo? Una città green entro il 2050». Per Cosenza conta anche una buona situazione storica per l’uso efficiente del suolo, con una “impermeabilizzazione” limitata.
Ragusa cerca di invertire la tendenza
In questi indicatori, invece, il passato è un grosso peso per Ragusa, che però è prima tra i capoluoghi che tentano di invertire questa tendenza. «In passato c’è stata una politica urbanistica poco assennata – spiega il primo cittadino Giuseppe Cassì – e ci troviamo ad avere un numero eccessivo di immobili rispetto agli abitanti, anche se questi ultimi sono in crescita. Ci stiamo impegnando anche su altri fronti. Ad esempio grandi investimenti serviranno a limitare le perdite della rete idrica».Un aspetto, questo, nel quale invece Lecce è “virtuosa”: sprechi limitati e quinto posto a livello nazionale. Adriana Poli Bortone, sindaco del capoluogo salentino, sottolinea «gli interventi fatti sulle condotte, con il ripristino di alcuni tratti sia per l’acqua potabile sia per la fognatura bianca». Lecce, tra l’altro, gode una qualità dell’aria molto più soddisfacente rispetto alla media, nonostante il traffico. «Ci sono 108mila ingressi di auto in città al giorno. Un numero esagerato che si può ridurre con parcheggi di interscambio, rimodulazione delle piste ciclabili e prolungamento delle tratte percorse dai filobus». Ma anche con un auspicato cambio di mentalità dei cittadini.
Fonte: Il Sole 24 Ore