
Efficienza energetica, in due anni dimezzati gli investimenti nel residenziale
L’effetto superbonus travolge, stavolta con un forte segno negativo, gli investimenti in efficienza energetica nel settore residenziale. Dopo lo sprint degli anni scorsi e il picco registrato nel 2022, il 2024 fa segnare un passo indietro consistente, dimezzando i livelli raggiunti due anni prima. Lo dicono i numeri contenuti nell’Energy efficiency report 2025, redatto dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, per misurare lo stato di avanzamento del lavoro che il nostro paese sta facendo per ridurre i suoi consumi energetici.
La situazione nei diversi settori
Il rapporto mette in fila la situazione di diversi settori, come il terziario e l’industria. Ma conferma che il residenziale è ancora decisivo nella geografia degli investimenti realizzati in efficientamento: nel 2024 su un totale stimato compreso tra i 58 e i 66 miliardi di euro, circa la metà ha riguardato proprio le case. Ed è qui che si vede nettamente l’effetto superbonus.
La maxi agevolazione, arrivata al suo apice al 110% e poi progressivamente ridotta fino a scomparire dalla fine del 2025, ha visto la sua stagione migliore nel 2022. Quell’anno, secondo il report, gli investimenti in efficienza energetica nel residenziale sono passati dai 38 miliardi del 2021 a oltre 60 miliardi. Già dal 2023 è iniziato, però, un movimento di segno opposto, con una contrazione a 48 miliardi di euro. E le stime per il 2024 parlano di un consistente e ulteriore passo indietro, con il ritorno a 31 miliardi di euro, la metà di quanto era stato fatto nel 2022. Questo avviene mentre, per gli altri settori osservati, i dati sono stabili.
L’influenza del superbonus
«Il settore residenziale – dice così il rapporto – è stato fortemente influenzato dal superbonus, che tra il 2021 e il 2023 ha rappresentato oltre il 60% degli importi supportati dai bonus edilizi. Questo incentivo ha dato un forte impulso agli investimenti, ma la sua progressiva riduzione ha avuto un impatto significativo, determinando un calo della domanda nell’ultimo anno». Sebbene la contrazione non sia soprendente in sè, è certamente notevole il livello del calo: il residenziale torna molto sotto i livelli del 2021, quando il superbonus stava ancora ingranando (è stato attivato nell’estate del 2020).
Il rapporto evidenzia anche come il 110% abbia causato una transumanza degli investimenti da un’agevolazione all’altra: «A seguito dell’introduzione del superbonus, nel triennio successivo gli importi erogati tramite ecobonus e bonus casa si sono ridotti del 52%, mentre il superbonus è cresciuto del 54%, andando in parte a sostituirli. Questo spostamento delle risorse ha modificato la distribuzione dei finanziamenti nel comparto residenziale, influenzando l’evoluzione del mercato dell’efficienza energetica». In altre parole, alcuni interventi, come i cappotti termici, hanno cavalcato l’onda del superbonus mentre vengono penalizzati dall’inquadramento con altre agevolazioni. «Per raggiungere i livelli di efficienza chiesti dal superbonus era necessario intervenire sulle superfici verticali, quindi venivano premiati i cappotti. Ora questi lavori tornano indietro, a un livello di agevolazione simile a tutti gli altri», dice Vittorio Chiesa, fondatore e direttore di Energy&Strategy.
Fonte: Il Sole 24 Ore