Egualia-Nomisma: tempo scaduto, senza interventi spariranno i farmaci equivalenti

Egualia-Nomisma: tempo scaduto, senza interventi spariranno i farmaci equivalenti

“Il comparto degli equivalenti cresce, investe, dà lavoro, ma è schiacciato da regole che ne minano la sostenibilità. Se i prezzi restano fermi, mentre i costi produttivi aumentano a doppia cifra, il rischio è che molte aziende siano costrette ad abbandonare i farmaci essenziali, lasciando i cittadini senza cure di base”. A lanciare l’allarme è il presidente di Egualia, Stefano Collatina, presentando i dati dell’Osservatorio Nomisma 2025. “Non chiediamo sussidi a fondo perduto – prosegue – ma condizioni economiche e regolatorie eque. Non si tratta solo di investire di più, ma di spendere meglio: prezzi sostenibili, gare multi-aggiudicatarie, basi d’asta realistiche, incentivi alla produzione europea e abolizione del payback sui fuori brevetto o esclusione dal tetto di spesa”. Collatina sottolinea anche il rischio sistemico per il Ssn: “Se cede l’industria dei fuori brevetto, crolla l’intera impalcatura dell’accesso ai farmaci. Le carenze stanno aumentando, e riguardano proprio i farmaci più critici per i pazienti cronici”.

Valorizzare la produzione made in Italy

Un passaggio centrale è la valorizzazione dell’industria che già opera in Italia. “Oggi – sostiene Collatina – il nostro Paese vanta impianti produttivi di altissimo livello. Questa è una risorsa strategica che non possiamo disperdere. Ma se non cambiamo rotta, i farmaci prodotti in Italia rischiano di non essere più destinati al mercato interno: le aziende smetteranno di investire, e progressivamente sceglieranno altri Paesi dove allocare le loro risorse. Sarebbe una perdita irreparabile per il sistema industriale e per la sicurezza nazionale.

Infine, un richiamo alla responsabilità politica. “I farmaci equivalenti non sono una commodity – continua Collina -. Sono la spina dorsale delle terapie quotidiane per milioni di cittadini. Senza di loro non c’è Ssn sostenibile, non c’è autonomia strategica europea, non c’è equità per i pazienti. È il momento di passare dalle dichiarazioni ai fatti: il tempo è già scaduto”.

Mettere in sicurezza la filiera europea

Per Lucio Poma, capo economista di Nomisma politiche nazionali e il Critical Medicines Act rappresentano “l’ultimo tentativo di mettere in sicurezza la filiera produttiva europea”. Il continente acquista all’estero il 48% dei principi attivi, il 60% degli intermedi e l’85% delle materie prime regolamentate. “Un’architettura produttiva – conclude – che amplifica i rischi di interruzione delle forniture, rendendo urgente una politica industriale europea per i farmaci critici essenziali”.

Fonte: Il Sole 24 Ore