Eico lancia round di finanziamento e bond per investire 1 mld sulla musica

Eico lancia round di finanziamento e bond per investire 1 mld sulla musica

Un round di finanziamento da 500 milioni appena aperto, il lancio di bond ventennali per un importo analogo subito dopo l’estate. Eico Music Fund, fondo Aif basato in Italia che investe sul diritto d’autore musicale, finanzierà così acquisizioni sui cataloghi della musica per un miliardo nell’arco di 12 mesi. Una potenza di fuoco in linea con quella messa in campo, proprio in questi giorni, da Bjorn Ulvaeus degli Abba con la sua Pophouse Entertainment.

Perché il music business, nell’epoca dello streaming, ha sempre più a che fare con la finanza «e il diritto d’autore è il segmento più affidabile», sottolinea con forza Eugenio Allora Abbondi, fondatore e direttore di Eico Music Fund, comparto di Eico Funds Sicav. Un soggetto di diritto maltese con braccio operativo a Milano – la società di publishing Dipiù – che ha già in portafoglio più di 35mila canzoni. E tra queste hit di Rihanna, Katy Perry, David Guetta, Britney Spears, Simple Minds, Renato Zero, Alessandro Mannarino, Riccardo Cocciante e Zucchero.

«In questo momento», spiega Abbondi, «abbiamo aperto un nuovo round di sottoscrizioni fino a 500 milioni, capitali che riteniamo di poter investire nel breve periodo». Già nel prossimo mese, per esempio, Eico dovrebbe procedere a tre nuove acquisizioni tra l’Italia e l’Europa. «Al contempo affiancheremo la crescita anche mediante leva finanziaria. Questo obiettivo verrà raggiunto finanziando parte delle nuove acquisizioni con debito che sarà coperto o da istituzioni finanziarie oppure emettendo obbligazioni, dando la possibilità così al pubblico retail di partecipare alle acquisizioni in totale sicurezza, con emissioni obbligazionarie di lunghissimo periodo garantite dai flussi di cassa dei diritti acquisiti».

Il profilo degli investitori è «prevalentemente istituzionale. Siamo in connessione con grandi player internazionali. A oggi purtroppo il mercato italiano non si è dimostrato abbastanza reattivo». Le regole del mercato europeo che impediscono agli autori di «spogliarsi» completamente dei propri diritti, come succede nei paesi anglosassoni, rappresentano un freno per il settore?

Fonte: Il Sole 24 Ore