Elezioni in Toscana, il campo largo punta sul bis di Giani dopo le sconfitte nelle Marche e Calabria
Sono 3 milioni i toscani chiamati alle urne in occasione delle elezioni regionali del 12 e 13 ottobre. Tra gli elettori iscritti nelle liste, oltre 17mila diciottenni e 203mila toscani residenti all’estero. A pesare l’incognita della partecipazione al voto. Dal 1970, anno di istituzione delle Regioni, l’affluenza alle urne alle regionali è passata dal 95,9% al 48,28% delle elezioni del 2015, il dato più basso in assoluto e la prima volta con meno della metà degli elettori, per poi risalire al 62,6% nella tornata 2020. Si vota domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalla 7 alle 15
I candidati in pista
La sfida è tra il presidente uscente di centrosinistra Eugenio Giani (Pd) in di cerca la riconferma (sostenuto da Pd, M5S, Avs e Casa riformista, quarta gamba del campo largo, senza Azione) e il candidato di centrodestra Alessandro Tomasi (FdI), sindaco di Pistoia. Con il primo di gran lunga favorito in base ai sondaggi. Due gli outsider: Antonella Bundu con la lista di sinistra radicale Toscana Rossa e il partito no vax Forza del popolo, che candida il medico Carlo Giraldi.
Voto disgiunto
A differenza della maggior parte delle altre regioni dove non c’è una soglia e vince sempre al primo turno il candidato presidente che ottiene più voti, Toscana è previsto un ballottaggio se nessuno dei due candidati prende almeno il 40% dei voti (la data eventuale è il 26 ottobre). Tracciando un segno su una lista si esprime un voto per quella lista e per il candidato presidente ad essa collegato. Tracciando un segno solo su un candidato presidente si vota solo per questo candidato, senza esprimere alcun voto alle liste. Si può anche dare un voto disgiunto. Scegliere cioè un candidato presidente e poi una lista che risulta collegata ad un altro candidato presidente. In questo caso vale sia il voto per il candidato presidente che quello per la lista prescelta. Sono previste tre sono le soglie di sbarramento: 10% per le coalizioni, 3% per le liste all’interno di coalizioni e 5% per le liste singole.
Le tensioni nel campo largo
Da registrare, alla vigilia del voto, le tensioni nel campo largo, con un incontro tra Giuseppe Conte e Eugenio Giani fissato solo nell’ultimo giorno di campagna elettorale. Non sul palco principale dei cinque stelle a Firenze dove, nel tardo pomeriggio di venerdì, è salito da solo il leader Conte, ma qualche ora prima, a Scandicci, nell’hinterland. La mediazione è stata chiusa nel corso di un lungo e fitto faccia a faccia alla Camera tra Elly Schlein e lo stesso Conte, dopo che la notizia dell’esclusione del governatore dem, ricandidato, dall’iniziativa del Movimento aveva creato irritazione tra i democratici toscani (e non solo). In precedenza Giani aveva riferito di non essere stato mai contattato da Conte.
La Lega vannaccizzata si «pesa»
Sull’altro fronte, il voto in Toscana sarà un importante banco di prova per la Lega “vannaccizzata”. Nel Carroccio gli occhi sono puntati sul risultato della lista e sul cosiddetto “effetto Vannacci”: se farà realmente lievitare i consensi o no. Il vicesegretario è stato anche il coordinatore della campagna leghista sul territorio. E ha fatto il bello e cattivo tempo nella composizione delle liste. Imponendo il suo fedelissimo Massimiliano Simoni nel listino bloccato e scegliendo la maggior parte dei capilista. Con tanto di tensioni con Susanna Ceccardi, ex candidata governatrice, europarlamentare e punto di riferimento del partito sul territorio. E addii al partito in polemica con il generale
Fonte: Il Sole 24 Ore