Emergenti, ecco perché i listini dell’Est Europa sono da record
Anche per i Paesi emergenti vicini di “casa” il 2025 non è andato affatto male. Dopo alcuni anni difficili per gli investitori, l’Europa centrale ha messo a segno da gennaio una delle performance migliori: l’indice Ntx (che include i principali listini della regione quali Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria) ha registrato un rialzo vicino al 30% in euro, contro il 12% circa dell’EuroStoxx 50.
I perché della crescita
Tra i fattori trainanti troviamo la prospettiva di una possibile pace in Ucraina, mediata dal presidente Usa, Donald Trump, con l’obiettivo di portare anche benefici significativi ai Paesi confinanti, grazie alle opportunità legate alla ricostruzione. È comunque interessante notare come il mancato raggiungimento di un accordo non abbia finora inciso in modo rilevante sulla solidità della performance regionale.
Un altro fattore trainante è rappresentato dai “vari” Pnrr nazionali e dal programma tedesco per la difesa e le infrastrutture. Grazie agli stretti legami economici con la Germania, i Paesi dell’Europa centrale sono infatti tra i principali beneficiari (in particolare le imprese polacche e ceche attive nel settore della difesa).
Le prospettive
La crescita economica nei Paesi dell’Europa orientale continua a superare il ritmo più moderato osservato in Europa occidentale. La Polonia si distingue con una previsione di aumento del Pil del 3,3% nel 2025, mentre le economie di Repubblica Ceca e Ungheria dovrebbero crescere intorno al 2,5%: le elezioni previste in Repubblica Ceca (a ottobre) e in Ungheria (ad aprile 2026) potrebbero però influenzare in modo significativo le relazioni con la Ue.
A cosa prestare attenzione
«Un possibile fattore di rischio – avverte Angelika Millendorfer, responsabile Cee & Global emerging markets di Raiffeisen capital management – è la limitata presenza di società tecnologiche negli indici locali, dove il settore finanziario ricopre il ruolo dominante. Le banche hanno registrato buoni risultati nella regione, sebbene non abbiano sovraperformato i mercati come in Europa occidentale; in Polonia hanno dovuto fare i conti con l’introduzione di una nuova tassa sui profitti».
Fonte: Il Sole 24 Ore