energia e clima tra sanzioni alla Russia e nucleare

energia e clima tra sanzioni alla Russia e nucleare

«L’Unione Europea sul fronte energetico consente di acquistare gas naturale liquefatto dalla Russia. L’Italia non lo fa, ma ci sono Paesi come la Germania che hanno assoluta necessità di rifornirsi. Passare dal 100% di dipendenza, com’era tre anni fa, a zero richiede passaggi intermedi. L’Ue continua con le sanzioni, siamo al 19/o pacchetto e sono misure pesanti, ma non possiamo imporre sanzioni arrivando all’autolesionismo, cioè autosanzionandoci»: è quanto ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, a margine di un evento organizzato per il 160° anniversario de Il Sole 24 ore, a Milano.

Il caso dell’Ungheria

Rispondendo a una domanda sull’eventuale esclusione dell’Ungheria dalle sanzioni legate all’approvvigionamento energetico dalla Russia, Pichetto Fratin ha aggiunto: «L’Italia dispone di gas naturale liquefatto e di 28 miliardi di metri cubi di capacità di rigassificazione, mentre l’Ungheria non ha accesso al mare per costruire rigassificatori ed era totalmente dipendente dal gas russo».

Il quadro geopolitico rischia di rallentare gli accordi sul clima

«Il quadro geopolitico attuale, segnato da guerre e nuove contrapposizioni tra Paesi, rischia di rallentare i processi e gli accordi presi nelle precedenti Conferenze sul clima». Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, a margine di un evento a Milano organizzato da Il Sole 24 Ore, parlando in vista della Cop30. «Le aspettative non sono altissime – ha aggiunto – perché in questi anni sono cambiati molto gli equilibri mondiali, con la presenza di conflitti su più fronti e i blocchi che si stanno creando. Anche il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo di Parigi incide sul clima dei negoziati. È un passaggio difficile, ma dobbiamo comunque andare avanti». Sulla partecipazione alla Cop30 che si apre domani a Belém in Brasile, Pichetto Fratin ha precisato che «l’adesione è quasi completa, ma il luogo rende più complessa la presenza effettiva».

Serve flessibilità sugli obiettivi climatici

Il ministro ha poi commentato l’accordo raggiunto a Bruxelles sugli obiettivi climatici: «L’Europa ha finalmente messo i piedi per terra, ragionando su cosa sia realmente raggiungibile. Non dobbiamo essere la best practice mondiale se questo significa pagare costi economici e sociali troppo alti. Per la prima volta si riconosce che Paesi diversi, come Italia e Lussemburgo, non possono avere le stesse regole: serve maggiore flessibilità».

Fonte: Il Sole 24 Ore