
«Energia, necessaria una legge quadro»
«In un contesto globale sempre più instabile, oggi più che mai, il sistema energetico italiano ed europeo si trova ad affrontare un momento di straordinaria complessità», con queste parole Guido Brusco, presidente di Confindustria Energia, ha dato il via ai lavori della terza conferenza annuale della federazione, spiegando come in questo scenario «il tema dell’autonomia strategica europea, energetica, industriale e tecnologica, non è più una questione astratta, ma una priorità concreta. Allo stesso tempo, siamo chiamati a rispettare obiettivi climatici ambiziosi, che impongono una profonda trasformazione del nostro sistema produttivo ed energetico».
Il presidente di Confindustria Energia ha sottolineato la sfida di una transizione «che riconosca il ruolo dell’industria come parte della soluzione, e che rispetti il principio della neutralità tecnologica, evitando scelte calate dall’alto che rischiano di penalizzare segmenti chiave della nostra manifattura e della filiera energetica».
La soluzione è quindi decarbonizzare con realismo, con strumenti efficaci e tutte le tecnologie disponibili: dal gas naturale all’idrogeno, dai biocarburanti al nucleare di nuova generazione, dalle rinnovabili alla cattura della CO2, senza esclusioni ideologiche, «prevedendo misure che possano rispondere opportunamente al fabbisogno e alle opportunità di investimento al fine di affrontare le ricadute sociali, economiche e ambientali della transizione», ha indicato Brusco.
In questo contesto, ha continuato il presidente, l’Italia ha le competenze, le imprese, le tecnologie e le professionalità per giocare un ruolo da protagonista, «ma servono regole chiare, tempi certi e processi decisionali snelli. Non possiamo più ignorare la farraginosità dell’attuale sistema autorizzativo, che oggi rappresenta il vero collo di bottiglia per gli investimenti nel settore energia». Nel primo semestre del 2025, secondo i dati pubblicati dal Servizio Studi del Dipartimento Attività produttive della Camera dei Deputati, la durata media di una Valutazione di Impatto Ambientale è stata di circa 1.000 giorni; per un Provvedimento Autorizzatorio Unico, oltre 1.200 giorni. Numeri incompatibili con l’urgenza del cambiamento richiesto.
«Non chiediamo scorciatoie, ma certezza del diritto e responsabilità nelle decisioni. Chiediamo che il sistema Paese sappia premiare chi investe in innovazione, sostenibilità e lavoro, piuttosto che penalizzarlo con inefficienze che non possiamo più permetterci», ha detto Brusco. Da qui viene la richiesta di una legge quadro che metta ordine nel settore dell’energia e renda più efficiente la cornice normativa dentro la quale il comparto si sviluppa.
Fonte: Il Sole 24 Ore