Eni: l’innovazione tecnologica come leva cruciale per la decarbonizzazione

Eni: l’innovazione tecnologica come leva cruciale per la decarbonizzazione

L’approccio etico nell’utilizzo delle nuove tecnologie

Il tutto, però, come detto, in un’ottica che pone sempre l’essere umano al centro dello sviluppo e dell’utilizzo dell’AI, considerandola uno strumento complementare alle capacità umane, e che vede il gruppo impegnato a utilizzare l’AI in modo etico, responsabile e trasparente, minimizzando i rischi e proteggendo la fiducia degli stakeholder. Senza tralasciare la necessità di investire nella formazione e nello sviluppo delle competenze dei propri dipendenti per affrontare le nuove sfide tecnologiche affinché si diffonda una cultura della responsabilità nell’uso di questo tipo di strumento.

La spinta assicurata dall’Hpc6

Quest’ultimo ha ricevuto un forte assist dall’arrivo del nuovo supercomputer Hpc6 che ha aumentato significativamente la potenza di calcolo disponibile per l’AI e per altre applicazioni ed è diventato un abilitatore imprescindibile dell’innovazione, che rappresenta un driver fondamentale nei piani di sviluppo del colosso energetico.

La straordinaria potenza di calcolo

Con Hpc6 Eni ha quindi compiuto un ulteriore passo avanti nella propria strategia di decarbonizzazione. Avviato a fine 2024, il nuovo sistema si posiziona a oggi come primo al mondo tra i supercomputer ad uso industriale. Hpc6 ha una straordinaria potenza di calcolo di 606 PFlops di picco (e 477 “sustained”) pari a oltre 600 milioni di miliardi di operazioni matematiche complesse al secondo. Come tutti i grandi supercalcolatori, il supercalcolatore di Eni ha una architettura a cluster, cioè modulare, che interconnette migliaia di nodi di calcolo attraverso una rete ad alta velocità. In particolare, Hpc6 contiene oltre 3400 nodi di calcolo, con quasi 14mila Gpu, i processori dedicati ad applicazioni grafiche che sono oggi diventati fondamentali anche per il calcolo parallelo ad alte prestazioni. Grazie a questa architettura e alle tecnologie avanzatissime impiegate, è così possibile svolgere una quantità di calcoli quasi inimmaginabile. E questa velocità consentirà ad Eni di svolgere, in tempi ragionevoli, simulazioni o altri tipi di operazioni che, anche nel recente passato, avrebbero potuto richiedere mesi o anni di calcolo.

I tempi ultrarapidi nella messa in marcia del supercomputer

Hpc6 è stato realizzato facendo leva sulle competenze interne specializzate e distintive e sulla capacità di realizzazione proprie di Eni. Grazie all’approccio “fast track”, analogo a quello utilizzato per lo sviluppo accelerato dei progetti, Eni è riuscita a realizzare il run di HPC6 in sole 4 settimane, più che dimezzando i normali tempi di messa in marcia di un supercomputer.

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Fonte: Il Sole 24 Ore