Eni punta sull’energia decarbonizzata per alimentarli

Eni punta sull’energia decarbonizzata per alimentarli

L’ultima mossa risale a metà luglio quando Eni ha sottoscritto una lettera di intenti con gli emiratini di Khazna Data Centers, leader globale nelle infrastrutture digitali su larga scala, per avviare una joint venture chiamata a sviluppare un “AI Data Center Campus”, un polo focalizzato sull’intelligenza artificiale e con capacità complessiva IT (vale a dire in informatica) di 500 megawatt. Il tutto avendo come baricentro Ferrera Erbognone, in Lombardia, dove il gruppo guidato da Claudio Descalzi ha realizzato il suo Green Data Center che ospita l’Hpc6 uno dei super computer più potenti sul pianeta.

Il progetto si inquadra nell’ambito del partenariato strategico bilaterale, che è stato lanciato, alla fine di febbraio, in occasione della visita di Stato del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Sheikh Mohamed bin Zayed al Nahyan e del vertice con la premier Giorgia Meloni, e punta a raggiungere una capacità complessiva IT fino a 1 gigawatt in Italia. L’iniziativa consentirà all’Eni, come aveva ribadito lo scorso febbraio lo stesso Descalzi durante l’aggiornamento del piano industriale, di sviluppare un nuovo business in grado di valorizzare il vantaggio strategico di cui gode il gruppo che dispone di una combinazione cruciale per assicurare il pieno sviluppo della partita: gli avanzamenti nel campo delle infrastrutture ad alte prestazioni di calcolo (il cosiddetto high performance computing), la disponibilità di siti industriali di proprietà dell’azienda per la costruzione di nuovi data center (Eni stima, a tal proposito, l’esistenza di circa 200 ettari già idonei a questo scopo, nonché la capacità e l’esperienza nello sviluppo e nella gestione di impianti a gas e rinnovabili.

Un tassello, quest’ultimo, non di poco conto se si considerano gli elevati consumi di energia che i data center portano con sé. Non a caso, nel presentare a febbraio il progetto del gruppo, Descalzi aveva spiegato alla comunità finanziaria che Eni intendeva abbinare la generazione di energia, con la cattura e lo stoccaggio della CO2 (la Ccs), all’implementazione di tali infrastrutture. In modo da consentire l’alimentazione dei data center, grandi energivori per l’appunto, attraverso energia “blu” affidabile garantendo così la graduale decarbonizzazione della catena di fornitura in maniera integrata.

Un modello pienamente recepito nella partnership con gli emiratini che porterà alla nascita del data center campus: l’infrastruttura sarà quindi alimentata da “blue power” fornita da Eni che assicurerà al polo energia elettrica a basse emissioni prodotta da una nuova centrale a gas naturale ad alta efficienza, progettata per catturare le emissioni di CO2 che saranno convogliate verso l’hub Ccs di Ravenna dove il gruppo si muove in tandem con Snam.

Fonte: Il Sole 24 Ore