Entrate in crescita del 2%. Aumenta di 1,1 miliardi l’incasso da accertamenti
Il dato complessivo riporta un segno positivo. Da gennaio a settembre le entrate tributarie registrano un aumento di 8,4 miliardi (+2%). Un incremento “sbilanciato” sul fronte delle imposte indirette (+7,6 miliardi) mentre le dirette crescono solo di 807 milioni. La vista sull’ultimo mese restituisce però un’altra prospettiva: l’aumento è di appena 48 milioni e sulle dirette addirittura c’è un calo di gettito che supera mezzo miliardo di euro (-2,5% se confrontato con settembre del 2024). Eppure c’è un altro dato che emerge plasticamente dal bollettino diffuso dal dipartimento delle Finanze. Il Fisco incassa di più alla voce «accertamento e controllo». La dinamica segna addirittura +1,1 miliardi che corrispondono al 10,8 per cento: 951 milioni “aggiuntivi” (+19%) arrivano dalle imposte dirette mentre 187 dalle indirette. Dietro ci sono due ordini di fattori. Da un lato, stanno arrivando alla cassa alcuni dei maxiaccertamenti definiti dalle Entrate negli scorsi mesi quindi con importi spalmati che costituiscono un ricco bottino per le casse dell’Erario. Dall’altro, c’è stata un’intensificazione sul contrasto alle frodi: le azioni di recupero che hanno consentito all’agenzia delle Entrate di bloccare un utilizzo illecito dei crediti d’imposta, limitando le compensazioni indebite e richiedendo ai diretti interessati le imposte dovute (con relativi sanzioni e interessi). Il trend sembra essere duraturo nell’ultimo anno, quindi c’è da attendersi una conferma anche nei tre mesi finali del 2025 che, come per gli anni precedenti, sono quelli in cui si concentra molta dell’attività accertativa a causa della scadenza dei termini che riguarda i periodi d’imposta interessati.
Irpef e cuneo fiscale
Se si osserva la dinamica delle entrate tributarie a più ampio raggio, c’è il consolidamento dell’effetto del nuovo taglio al cuneo fiscale scattato dal 1° gennaio che si somma alla riduzione dell’Irpef da quattro a tre aliquote che, invece, è già in vigore dal 2024. «Questa serie di interventi ha determinato una riduzione strutturale delle ritenute operate dai sostituti d’imposta», spiegano dal dipartimento delle Finanze. Ritenute che, nel settore privato a settembre, calano di 338 milioni di euro (-4,7%), nonostante, secondo i dati Istat, il numero degli occupati sia salito dello 0,7% e le retribuzioni contrattuali orarie tra settembre 2025 e lo stesso mese del 2024 siano cresciute del 2,4% per il settore privato e del 3,3% nella pubblica amministrazione.
Plusvalenze
Più positivo per il Fisco l’andamento sul fronte dell’imposta sostitutiva sui redditi da capitale e sulle plusvalenze. Anche a settembre si è confermata la linea di crescita che ha fatto segnare un ulteriore balzo in avanti di 316 milioni, portando così il differenziale dei primi nove mesi dell’anno a quasi 1,8 miliardi in più (ossia +12,9%) rispetto allo stesso periodo del 2024. Il risultato è frutto soprattutto delle reazioni del mercato sul risparmio gestito che, secondo i dati di Assogestioni, a fine 2024 ha registrato un patrimonio di 2.509 miliardi in deciso aumento rispetto ai 2.338 miliardi di fine 2023. Sull’incremento di gettito ha pesato, in particolar modo, la particolare redditività degli investimenti effettuati dai contribuenti.
Iva
Una stampella sempre utile a sostenere le entrate erariali è rappresentata dall’Iva. Da gennaio a settembre gli incassi sono cresciuti di 3,5 miliardi (+2,8%), concentrati prevalentemente sugli scambi interni. E nonostante da luglio non si applichi più ai fornitori delle quotate, lo split payment garantisce quasi il 12% dell’imposta nelle operazioni interne. Resistono sul fronte delle indirette anche i buoni andamenti di bollo, registro e accise sui mercati energetici in diretta correlazione con i “mercati” di riferimento.
Fonte: Il Sole 24 Ore