“Enzo”, il film con Pierfrancesco Favino apre la Quinzaine des cinéastes

“Enzo”, il film con Pierfrancesco Favino apre la Quinzaine des cinéastes

Protagonista è un adolescente in crisi, in rotta con la famiglia borghese da cui proviene e con cui non riesce più ad avere alcuna forma di comunicazione. Piuttosto che seguire le idee inculcategli dal padre, Enzo preferisce fare il muratore e si lega particolarmente a un suo collega ucraino.

Il film parte da un racconto individuale per trasformarsi in una riflessione universale, capace di descrivere il disagio giovanile come qualcosa di profondamente generazionale e lavorando sempre sugli opposti: quiete e conflitto, apparente serenità famigliare e disgregazione interiore.

Spunti importanti con troppa carne al fuoco

Gli argomenti sono molteplici, tanto che il film finisce per mettere troppa carne al fuoco, rischiando di non approfondirli adeguatamente.

Gli spunti sono importanti e si sente molto il realismo della vicenda rappresentata, ma mancano dei veri guizzi che avrebbero reso la visione più coinvolgente e originale: sono molti i film che possono venire in mente vedendo quest’opera (ad esempio le pellicole di André Téchiné), a cui non mancano i pregi nella scrittura dei personaggi ma che avrebbe potuto e dovuto essere ben più incisiva.

Notevole però il lavoro di tutto il cast e una menzione speciale va a Pierfrancesco Favino nei panni del padre di Enzo: la sua è una prova intensa e capace di rimanere impressa a lungo al termine della visione.

Fonte: Il Sole 24 Ore