
esercizio pratico per riconnettere i driver motivazionali
Osservando quei momenti con il giusto distacco, che aiuta a definirne meglio i contorni, quali driver erano presenti?
Individua e selezionane i principali, tre o quattro, per esempio. Tutti quelli che ritieni essenziali per il tuo benessere e la tua realizzazione. I driver possono includere aspetti come la creatività, l’autonomia, il riconoscimento, l’apprendimento continuo, il senso di appartenenza, la crescita professionale o l’equilibrio tra vita privata e lavoro. Ogni persona ha i propri, quindi è importante essere onesti e non lasciarsi influenzare da ciò che “dovrebbe” essere rilevante secondo gli altri.
Ad esempio, un collega che stimo molto ha come driver il “palcoscenico”. Per lui, la motivazione nasce dall’avere i riflettori puntati addosso, uno spazio – reale o metaforico – in cui esibirsi, essere visibile e mettere in scena la propria performance. Al contrario, le attività di backoffice o i progetti che lo tengono dietro le quinte abbassano la sua energia, la motivazione e la soddisfazione. Molti di noi, invece, non hanno questo driver e non trovano alcuno stimolo nell’essere al centro dell’attenzione.
Per comprendere davvero l’importanza di un driver, potete ribaltare il punto uno dell’esercizio: pensate ai momenti in cui vi siete sentiti particolarmente demotivati, stanchi e con poca energia. Quali driver mancavano in quelle situazioni?
Ricordo bene, ad esempio, il caso di una coachee che, cambiando organizzazione, si rese conto dell’importanza del driver dell’autonomia solo quando, per ragioni di contesto e di ruolo, non riuscì più a esprimerlo come prima.
Fonte: Il Sole 24 Ore