Essilux corre a Parigi, focus sugli occhiali intelligenti

Essilux corre a Parigi, focus sugli occhiali intelligenti

(Il Sole 24 Ore Radiocor) Essilorluxottica corre alla Borsa di Parigi (vantando un progresso attorno al 3% e attestandosi a 268,2 euro). Tuttavia sono ancora distanti dai massimi dell’anno toccati lo scorso febbraio in area 295 euro, cosicché gli investitori hanno di nuovo iniziato a guardare con interesse alla società. Peraltro oggi a Parigi si tiene l’Autumn Conference organizzata da KeplerChevreux alla quale partecipa anche il gruppo di occhialeria.

Proprio oggi, inoltre, Barclays ha iniziato la copertura delle azioni con la raccomandazione di ‘Overweight’ e la stima di un target di prezzo a 305 euro, «considerando il suo interessante percorso di crescita che giustifica le quotazioni a premio rispetto ai competitor». La banca vede rosa anche per i cosiddetti occhiali intelligenti che, sebbene nel 2024 rappresentassero solamente l’1% del giro d’affari complessivo (circa 365 milioni di euro), entro il 2030 potrebbero arrivare a pesare il 7,4% (2,8 miliardi di euro) se non addirittura il 16% (6,6 miliardi di euro), facendo perno anche sulla collaborazione stretta con Meta. Bernstein, invece, raccomanda prudenza. In un corposo report pubblicato oggi, dal titolo ‘Essilorluxottica: valutare le opzioni’, la casa d’affari fa luce sulle prospettive di sviluppo e anche sulle criticità che si profilano all’orizzonte per il gruppo. Ad esempio, evidenziano gli analisti della società, il mercato in generale apprezza sempre le aziende che si creano più possibili percorsi di crescita, come il caso di Essilorluxottica, che sta investendo nel futuro, piuttosto di rimanere inerte. «Il miglior esempio di questo sono le aziende tech statunitensi con Elon Musk che è il simbolo delle opzioni, essendo entrato nel settore delle auto elettriche e poi in quello della guida autonoma, nell’esplorazione spaziale, fino allo studio degli umanoidi». Bernstein, comunque, mette le mani avanti, ricordando che non tutte le storie finiscono bene: «prendete Farfetch come esempio», è scritto nel report. Gli analisti della casa d’affari ricordano che EssilorLuxottica si è completamente trasformata negli ultimi dieci anni realizzando prima la fusione tra Essilor e Luxottica, poi inglobando Grand Vision e quindi entrando nel campo degli occhiali intelligenti, in quello degli apparecchi acustici, oltre che nelle nuove lenti e tecnologie per la cura della vista. In pratica due operatori tradizionali, Essilor e Luxottica, si sono trasformati in una «gigantesca start-up proiettata al futuro», garantendo una significativa crescita di breve termine. «Francesco Milleri ha gran parte del merito di questa trasformazione e creazione di valore». Bernstein, però, mette a fuoco anche le difficoltà con le quali potrebbe avere a che fare il gruppo. Ad esempio, spiega, è difficile stimare l’evoluzione del business degli occhiali intelligenti: sicuramente sono una buona cosa dal momento che non solo hanno prezzi più elevati, ma alla fine comportano una sostituzione più frequente e quindi maggiori acquisti. D’altra parte proprio gli occhiali intelligenti stanno aprendo le porte del comparto a nuovi operatori, arrivando anche a minacciare di mandare in frantumi l’attuale catena del valore. Peraltro gli attuali punti di forza di EssilorLuxottica potrebbero facilmente trasformarsi in punti deboli: ad esempio diventerà sempre più importante il software e così è probabile che chi controlla gli ecosistemi tecnologici si assicurerà una grossa fetta del nuovo mercato e dei suoi guadagni. Lo stesso processo, tra l’altro, sta avvenendo nell’orologeria, con i giganti tech che stanno conquistando quote di mercato. Per Bernstein il mercato dell’occhialeria nelle economie sviluppate si espanderà di quattro volte nei prossimi quindici anni, raggiungendo un valore di oltre 300 miliardi di euro, con gli occhiali intelligenti che finiranno per diventare il “prossimo smartphone”. Essilux, che oggi vanta una quota di mercato tra il 35 e il 40% potrebbe tuttavia scendere a una quota del 20%, risentendo della pressione della concorrenza. Anche i margini, tra l’altro, potrebbero diminuire, pur rimanendo elevati, visto che è ipotizzabile che i giganti della tecnologia chiederanno pagamenti di royalty. Per Bernstein le attuali valutazioni di EssilorLuxottica hanno senso solo se meno di tre operatori entreranno nel mercato degli occhiali intelligenti e i margini ebit di lungo termine si espanderanno. Scenario che la casa d’affari ritiene «altamente improbabile». Forse invece il mercato sarà dominato dai giganti tech. «Meta e non EssilorLuxottica, sarà al timone», è scritto nello studio. Nel breve periodo sarà la velocità di ingresso dei giganti tech nell’occhialeria a determinare la performance di Essilux. «Il passato ci ha insegnato che il tempo necessario affinché le nostre previsioni si materializzino è sempre più breve di quanto inizialmente pensato», hanno concluso gli esperti di Bernstein che così hanno raccomandato cautela sui titoli del gruppo (MarketPerform), non escludendo che la rivoluzione degli occhiali intelligenti potrebbe arrivare tra mesi e non tra anni.

Fonte: Il Sole 24 Ore