Europee, due milioni di minorenni debuttano alle urne: in 5 paesi è possibile, in Italia ancora no

Quasi due milioni di adolescenti europei tra 16 e 17 anni si preparano a esercitare per la prima volta il diritto di voto alle prossime elezioni Ue di giugno. In Austria, Belgio, Germania, Malta e Grecia i rispettivi governi riconoscono il voto anche a chi ha meno di diciott’anni. Niente da fare invece per i sedicenni e diciassettenni italiani che per il diritto di voto dovranno aspettare la maggiore età.

Le proposte in Italia

Il dibattito sul voto ai sedicenni tuttavia non è nuovo in Italia, l’ultimo a proporre una riforma in tal senso infatti fu l’allora segretario del Pd, Enrico Letta , nel 2021. Idea ripresa dal fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, che a metà marzo nel suo blog ha sottolineato che “il voto a 16 anni esiste già in molti Stati e ora è arrivato il momento di ascoltare le nuove generazioni, estendendo il diritto di voto ai sedicenni in Italia”.

I giovani votanti in Europa

Germania e Belgio sono le ultime arrivate nel club dei giovani votanti. Per gli oltre 1,5 milioni di sedici e diciassettenni tedeschi (ben oltre la popolazione di un piccolo Paese Ue) e per i 270mila belgi il loro voto alla europee sarà una novità mai accaduta prima nella storia dei loro Paesi. Per i belgi inoltre non sarà solo una possibilità, ma un dovere. La Corte costituzionale federale ha sancito che l’obbligo di voto, presente nel Paese per gli adulti, si dovrà estendere anche agli elettori minorenni.

Caso particolare invece la Grecia, dove la soglia è quella di diciassette anni, e amplia di alcune decine di migliaia di elettori il bacino elettorale ellenico.

Obiettivo partecipazione

Obiettivo dell’Eurocamera è massimizzare la partecipazione al voto delle giovani generazioni. Le precedenti elezioni europee infatti hanno mostrato un’affluenza giovanile relativamente bassa, il 42% tra gli under 25, un dato però in aumento di 14 punti percentuali rispetto alla tornata precedente. «Per il Parlamento il voto dei giovani è una priorità, per molte ragioni. La prima è che queste sono probabilmente le elezioni che plasmeranno il futuro delle nuove generazioni. Ciò che accadrà a livello europeo avrà probabilmente un impatto maggiore e più duraturo sui giovani delle decisioni nazionali prese nel breve periodo», è il commento di Jaume Duch Guillot, portavoce del Parlamento europeo.

Fonte: Il Sole 24 Ore