Ex Ilva, Palazzo Chigi convoca i sindacati per il 27 settembre

La convocazione sull’ex Ilva, Acciaierie d’Italia, stavolta arriva da Palazzo Chigi e saranno presenti i ministri interessati. È per le ore 13 del 27 settembre. L’incontro accoglie la richiesta dei vertici nazionali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm che il 20 settembre hanno scritto al premier Meloni e ai ministri Urso, Fitto, Giorgetti, Pichetto Fratin e Calderone, segnalando che l’azienda, «a partire dal subentro della gestione ArcelorMittal, sta vivendo una fase di abbandono e pericoloso declino destinata nel giro di pochissimo tempo a consegnarla ad un irreversibile condizione di spegnimento con gravissime conseguenze occupazionali oltre che industriali, senza tenere conto dei numerosissimi incidenti che si verificano quotidianamente nei luoghi di lavoro e che mettono a rischio la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori».

Lo sciopero

La convocazione di Palazzo Chigi precede di un giorno lo sciopero di 24 ore indetto a Taranto dalle sigle Fim, Fiom e Uilm, con presidio delle portinerie e il coinvolgimento dei dipendenti di AdI, di quelli dell’indotto e i cassintegrati di Ilva in amministrazione straordinaria. Sciopero annunciato il 22 settembre e che peraltro avverrà proprio nel giorno, il 28, quando l’azienda ospiterà a Taranto, per un roadshow commerciale, i principali industriali dell’acciaio e i clienti. Uno sciopero indetto per evidenziare la crisi dello stabilimento «nonostante i copiosi finanziamenti pubblici ricevuti qualche mese fa» (i 650 milioni erogati da Invitalia).

Le richieste

Il sito – dicono i sindacati a proposito dello sciopero – è ormai privo dei requisiti minimi per garantire una vita dignitosa ai lavoratori sugli impianti produttivi dove l’assenza di manutenzioni ordinarie e straordinari compromette la salvaguardia delle vite umane che ci lavorano. Ma la protesta del 28, chiariscono le sigle, «non vuole essere in alcun modo rivolta ai potenziali clienti dell’azienda che, a nostro avviso, vengono di fatto allontanati da una gestione totalmente inaffidabile. Al contrario, la nostra iniziativa vuole essere una giornata di difesa dello stabilimento nei confronti di chi lo sta portando alla repentina e pericolosa chiusura e alla devastazione più totale: la gestione dell’attuale amministratore delegato». Anche se c’è l’incontro a Palazzo Chigi, lo sciopero del 28 è per ora confermato.

Fonte: Il Sole 24 Ore