Ex Ilva, Pichetto: spero in un accordo, sull’Aia si va avanti

Ex Ilva, Pichetto: spero in un accordo, sull’Aia si va avanti

«Spero davvero che si riesca a raggiungere un’intesa sulla firma dell’accordo di programma e quindi si riesca a fare quello che è l’obiettivo del governo: non solo salvare l’Ilva, ma fare dell’Ilva una delle realtà più moderne d’Europa». Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin al suo arrivo al ministero dell’Ambiente dove è convocato il tavolo ex Ilva con gli enti locali per cercare un accordo interistituzionale in vista della nuova autorizzazione integrata ambientale e sanitaria Aia per Taranto. «L’Aia comunque come procedura va avanti» c’è una commissione indipendente e «valuterà», ha aggiunto. Domani è prevista la riunione della conferenza dei servizi al ministero dell’Ambiente sull’Aia. Giovedì è in programma al ministero dell’Ambiente la conferenza dei servizi per approvare la nuova Aia e a breve è attesa la sentenza del Tribunale di Milano che, senza questa autorizzazione, potrebbe essere il capolinea dell’attività produttiva.

Emiliano: ipotesi accordo senza esprimersi su rigassificatore

Intanto il governatore della Puglia Michele Emiliano ha avanzato l’ipotesi di un accordo che non entri nel dettaglio sul rigassificatore ma solo sulla quantità di gas necessari a realizzare gli obiettivi di produzione. Lo ha fatto al termine del confronto al Mimit con i sindacati che premono anche per un polo che comprenda la produzione del preridotto, ovvero della materia prima.

Obiettivo 8 milioni di tonnellate

Otto milioni di tonnellate di acciaio green l’obiettivo di produzione ogni anno, delle quali sei a Taranto. Questo l’obiettivo del governo indicato nel piano di decarbonizzazione presentato ai sindacati nell’ incontro al ministero delle Imprese alla vigilia del tavolo con gli enti locali sull’accordo interistituzionale necessario alla nuova autorizzazione integrata ambientale e sanitaria Aia. Il piano prevede tre forni elettrici nell’acciaieria pugliese e uno a Genova più quattro impianti per la produzione del preridotto che è necessario ad alimentare i nuovi forni, da realizzare a Taranto (se accetterà di ospitare una nave rigassificatrice) o in un altro territorio del Mezzogiorno, forse Gioia Tauro.

Nuova gara necessaria

Sarà comunque necessaria una nuova gara per trovare un acquirente. Il bando attuale, giunto alla trattativa in esclusiva con gli azeri di Baku Steel, andrà aggiornato alle nuove condizioni del piano che impongono tempi più rapidi per la decarbonizzazione, tagliati da dodici a sette o otto anni. È “verosimile”, secondo il ministro che alla luce della programmata decarbonizzazione “si manifestino ulteriori partner internazionali”. I sindacati però chiedono certezze. «Mi auguro che si riesca a trovare un accordo per poter andare avanti», ha auspicato il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, uscendo dal ministero. «Senza il preridotto lo stabilimento rischia di non avere futuro», ha spiegato il leader della Fim Cisl, Ferdinando Uliano. Mentre il capo della Fiom Cgil, Michele De Palma ha chiesto che sia un «capitale pubblico» a gestire la transizione verso la decarbonizzazione con le lavoratrici e con i lavoratori. Invece «la bozza del piano è senza neppure una cifra, senza neppure un numero sul piano occupazionale», ha osservato il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo.

Fonte: Il Sole 24 Ore