Export di vino nel primo semestre salvato dalle scorte fatte prima dei dazi

Export di vino nel primo semestre salvato dalle scorte fatte prima dei dazi

«In attesa della pronuncia della Corte d’Appello Usa sulla legittimità dei dazi, promossa tra l’altro da alcune aziende locali tra le quali l’importatore di vini italiani Victor Schwartz – ha commentato il responsabile di Wine Monitor di Nomisma, Denis Pantini – è evidente che le nostre aziende vitivinicole siano obbligate a monitorare le dinamiche in atto a livello globale per individuare altri mercati in grado di assorbire le nostre produzioni».

Per quanto riguarda invece gli altri mercati di riferimento, anche in Canada i vini italiani hanno “scontato” un effetto dazi di Trump ma, stavolta in positivo nel senso che le bottiglie italiane hanno beneficiato di un effetto sostituzione dei vini americani penalizzati invece dai cittadini canadese sulla scorta della guerra commerciale Usa-Canada innescata dallo stesso Presidente Trump. Così le esportazioni italiane nel primo semestre dell’anno in Canada le importazioni dall’Italia sono cresciute di quasi l’11% mentre i vini americani hanno lasciato sul terreno ben il 65%.

Una performance molto positiva per i vini del Bel Paese si registra anche in Germania (+10,3% a valore), in evidente recupero rispetto all’anno scorso.

Al contrario, il Regno Unito fa segnare una flessione nell’import di vini italiani del -7% a valore, così come Svizzera, Corea del Sud, Norvegia e Cina, che hanno registrato una contrazione delle importazioni come risposta al rallentamento della domanda interna. In positivo, invece, Giappone e Brasile.

Rispetto alle singole categorie di vini, da gennaio a giugno 2025 rallenta l’ascesa degli spumanti italiani, con una crescita cumulata nei 12 mercati pari a +1% a valore e +6% a volume: Giappone, Stati Uniti e Cina sono i tre mercati che registrano le crescite più dinamiche.

Fonte: Il Sole 24 Ore