Extracosti e caos in dogana: sui robot la scure dei dazi Usa

Extracosti e caos in dogana: sui robot la scure dei dazi Usa

L’impatto è pesante, 350mila dollari, tutti a carico del cliente. Il centro di lavoro che l’azienda veneta Trevisan sta consegnando proprio in queste ore negli Stati Uniti, fornisce un esempio concreto dell’effetto dei dazi Usa. Che nella realtà, per numerosi prodotti, tra cui i centri di lavoro, vanno ben oltre il 15% standard definito nell’accordo quadro con la Ue, “daziando” al 50% la componente in acciaio o alluminio, che va prezzata a parte. «L’aggravio di costo per il cliente è un problema – spiega il direttore commerciale Massimo Marcolin – ma a questo si aggiungono le incertezze in dogana, perché non esistono regole chiare di valutazione e anche i funzionari sono in difficoltà. Le prospettive, in generale non sono rosee, perché tutti i progetti sono stati messi in stand-by. I dazi andranno comunque ad incidere sui clienti, noi non abbiamo margini per assorbirli».

Un quadro complesso per i costruttori di macchine utensili, che in effetti si riverbera nei numeri della raccolta ordini del terzo trimestre, come evidenziato dai dati di Ucimu-Sistemi per produrre ,

Nella media si registra una crescita dell’1,1% rispetto al periodo luglio-settembre 2024, risultato di una crescita del 12,4% in Italia e di un calo di quasi otto punti all’estero.

«Per noi il mercato statunitense vale oltre il 30% – spiega il co ceo di Buffoli Transfer Francesco Buffoli – e da quando i dazi sono partiti, di ordini nuovi a Washington non ne abbiamo più presi. Per fortuna avevamo un backlog significativo, e ad ogni modo contiamo di riattivare il prossimo anno le trattative che ora sono congelate».

Fonte: Il Sole 24 Ore