
Fari e semafori costieri spenti, nuova vita per i siti dismessi
Dal vecchio faro trasformato in albergo super lusso all’isola che rinascerà «location turistica». È la nuova vita delle strutture che per decenni sono state riferimento di naviganti e che oggi, per via della tecnologia che ha agevolato la dismissione, racconta un’altra storia. In alcuni casi le nuove attività sono già iniziate, in altri, invece, è stato avviato il procedimento che porterà poi al cambiamento. Da Venezia a Ponza, da Portofino a Golfo Aranci sino ad arrivare a Cagliari. È la sfida della società New fari, azienda con sede a Cagliari che da qualche anno ha deciso di seguire il filo del turismo di alto livello trasformando fari, stazioni semaforiche e altre strutture dismesse in dimore esclusive.
Il tutto attraverso piani e «investimenti calibrati» per ciascun intervento».
Una delle strutture significative, come sottolinea Massimo Balia, socio della New Fari «è quella di Capo Spartivento, dove il faro e la caserma dei fanalisti sono state trasformate in struttura ricettiva». La struttura, aperta nel 2008 oggi impiega tra diretti e stagionali, una trentina di addetti. Un «esperimento riuscito», per usare le parole del manager, dato che «la struttura rimane aperta 12 mesi all’anno e si lavora per un 50 per cento con i turisti e per la rimanente parte con gli eventi». Le iniziative, «per il momento l’azienda ha investito oltre 5 milioni di euro», non si limitano solamente alla Sardegna, tra i progetti, oltre al recupero di un intero isolato ottocentesco nel quartiere medioevale di Castello Cagliari con apertura 4 stelle S hotel DH Lawrence con annesso ipogeo paleocristiano, ci sono altri interventi. Sempre in Sardegna la New Fari ha la concessione per l’antica struttura di Capo Figari, affacciato su Golfo Aranci, il semaforo nato nel 1890 e scelto da Marconi, nei primi anni ‘30 del ‘900, «per un esperimento che mise in comunicazione una trasmittente situata nei pressi di Roma, con una stazione ricevente installata proprio a Capo Figari». L’intervento prevede l’organizzazione della struttura in due blocchi con suite, Spa e area eventi.
Non è comunque tutto, perché seguendo il filo che unisce i semafori dismessi c’è anche l’isola di San Secondo a Venezia. «Stiamo lavorando al progetto esecutivo – assicura Balia – che dovrebbe vedere la luce i primi mesi del 2026 con un intervento importante e significativo». In questo caso l’opera prevede la trasformazione dell’isolotto di 12mila metri quadrati in passato custode della chiesa dedicata a Sant’Erasmo e poi della polveriera della Serenissima. Le opere previste dal progetto (l’investimento dovrebbe essere intorno ai tre milioni di euro) riguarderanno sia l’edificio (costruito intorno al 700 e utilizzato come polveriera), sia la parte circostante. Tra le altre cose, previsto anche il recupero del fortino. A cambiare destinazione ci saranno anche i fari dell’isola di Ponza, dove la concessione è per circa 17 anni ed è previsto un investimento di un milione e mezzo di euro e poi quello di Portofino in provincia di Genova. Il progetto prevede «lo sviluppo di un modello di ricettività high-tech che si articolerà in due strutture: il Semaforo e l’Ex Alloggio Farista, con 2 suite di ampia metratura dotate di cucina e soggiorno, adatte a ospitare nuclei di 4/6 persone, uno spazio per il fitness e vasca idromassaggio».
«L’idea poi – conclude Balia – è quella di mettere in rete le strutture, e questo fatto può avere sicuramente un valore significativo».
Fonte: Il Sole 24 Ore