Farnesina, riforma anti dazi: rafforzato il pilastro economico

Farnesina, riforma anti dazi: rafforzato il pilastro economico

C’è il vento dei dazi, delle guerre in Ucraina e a Gaza e delle nuove minacce ibride dietro la riorganizzazione del ministero degli Esteri che approda oggi in Consiglio dei ministri per il varo definitivo. Al centro, la nuova «direzione generale per la crescita e la promozione delle esportazioni» chiamata a strutturare in maniera organica tutti gli strumenti a disposizione per sostenere le imprese e promuovere l’Italia nel mondo e a coordinare la galassia delle agenzie operative sul campo: Ice, Simest, Sace e Cassa depositi e prestiti. Obiettivo: realizzare una Farnesina a due pilastri, uno politico tradizionale e l’altro economico, guidati da altrettanti direttori. Quello politico assumerà anche l’incarico di vice segretario generale. Il vice segretario generale vicario, invece, supervisionerà le azioni per la crescita.

Dopo la riforma del 2019 che ha trasferito alla Farnesina le competenze sul commercio estero fino ad allora attribuite allo Sviluppo economico, il Dpr (un solo articolo con tre commi) rivede il regolamento di organizzazione del dicastero (Dpr 95/2010) . «Trasformeremo il ministero in una struttura con due teste, una politica e una economica, con una direzione generale interamente dedicata alla crescita, affinché le ambasciate siano trampolino di lancio per l’export», spiega al Sole 24 Ore il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. L’intenzione è adeguare la struttura alle sfide derivanti dall’attuale contesto internazionale, dazi in primis.

Da qui gli assi portanti della riorganizzazione, a cominciare proprio dalla «maggiore focalizzazione sul mandato prioritario di sostegno alle imprese e all’export». La nuova direzione per la crescita, il cui responsabile sarà l’attuale Dg per la promozione del sistema Paese, Mauro Battocchi, integrerà gli strumenti di promozione non solo economica, ma anche culturale (attraverso gli 80 istituti di cultura nel mondo), sportiva, scientifica (con i 60 addetti scientifici) e tecnologica. A Battocchi spetterà il compito di coordinare le attività di promozione economica di tutti gli uffici in Italia e all’estero.

Il progetto principe è il Piano d’azione per l’export italiano, con la dichiarata ambizione di arrivare a 700 miliardi di valore delle esportazioni entro fine legislatura. Misurare l’impatto dei dazi Usa sarà cruciale. La task force già attivata alla Farnesina è stata allertata anche per tutelare le nostre produzioni da interpretazioni sbagliate dell’accordo con l’Ue: le dogane portuali di New York e del New Jersey avrebbero applicato un dazio più alto per il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano. «L’Italia chiede la corretta applicazione dell’intesa», ha detto ieri Tajani. Si sta inoltre strutturando presso la nuova direzione per la crescita un’Unità export che sarà potenziata con la nascita di una «sala di monitoraggio», in stretta collaborazione con l’Istat. Altrettanto cruciale sarà l’apertura ai nuovi mercati per diversificare gli sbocchi dei nostri prodotti. Le missioni di sistema proseguiranno: dopo Messico, India e Brasile, a novembre sarà la volta dell’Arabia Saudita. Il restyling tiene anche conto delle mutate minacce: nascerà un’altra nuova direzione generale per le questioni cibernetiche, l’informatica e l’innovazione tecnologica. Senza sovrapposizioni – assicurano dal ministero – con le competenze dell’Agenzia nazionale per la cybersicurezza, ma anzi a supporto delle sue attribuzioni e della protezione del Paese.

Fonte: Il Sole 24 Ore