
“Father Mother Sister Brother”, piccole storie di grandi drammi famigliari
Tre storie che raccontano le relazioni tra figli adulti e genitori piuttosto distanti, e tra fratelli. Ognuna delle tre parti è ambientata nel presente e ciascuna si svolge in un paese diverso:
“Father” nel nord-est degli Stati Uniti, “Mother” a Dublino, e “Sister Brother” a Parigi.
Jarmusch è uno dei più grandi registi del cinema americano degli ultimi decenni – lo dimostrano opere capitali come “Daunbailò”, “Dead Man”, “Ghost Dog”, “Broken Flowers” e “Solo gli amanti sopravvivono” – ma il suo lavoro precedente, “I morti non muoiono” del 2019, era debolissimo e c’era senza dubbio una certa curiosità mista ad aspettative e preoccupazioni per questo nuovo progetto.
Bastano però pochi minuti di “Father Mother Sister Brother” per trovarsi perfettamente calati all’interno della poetica jarmuschiana, attraverso narrazioni di rapporti segnati da incomunicabilità, ironia e moltissima malinconia.
Incroci narrativi
Le tre vicende sono separate, ma comunque collegabili grazie a numerosi richiami interni e incroci narrativi di parole e situazioni che si ripetono.
Fonte: Il Sole 24 Ore