
«Fermiamo la strage a Gaza»: la lettera di autori e Premi Nobel alle istituzioni italiane
Dal 7 ottobre 2023, le operazioni militari condotte dall’esercito israeliano nella Striscia di Gaza hanno causato, secondo quanto riportato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, più di 61.000 morti, tra cui almeno 18.000 bambini, e più di 150.000 feriti. Secondo l’OMS, il 94% degli ospedali a Gaza è stato danneggiato o distrutto, così come gran parte delle scuole e tutte le università. L’Unicef avverte che oltre mezzo milione di persone vive in condizioni di fame estrema: il 39% della popolazione passa giorni interi senza mangiare, mentre la malnutrizione acuta nei bambini sotto i cinque anni è quadruplicata.
Anche in Cisgiordania la violenza è in aumento: dal 7 ottobre 2023, Ocha ha registrato 984 palestinesi uccisi, tra cui 210 bambini. Le incursioni militari, gli sgomberi e la costruzione di nuovi avamposti colonici illegali continuano, spesso con l’acquiescenza, il sostegno e la partecipazione delle forze armate israeliane. Migliaia di palestinesi sono inoltre detenuti senza processo: Human Rights Watch riferisce che, a giugno 2025, più di 3.000 persone erano in detenzione amministrativa. L’organizzazione documenta torture, violenze sessuali, privazione di cibo e cure mediche nei centri di detenzione.
Come sottolineato nella lettera recentemente sottoscritta da 40 ex ambasciatori italiani, «ormai da molti mesi non ci sono più giustificazioni possibili o argomentazioni convincenti sulla condotta delle operazioni militari israeliane a Gaza».
Siamo consapevoli della complessità del conflitto e del dolore che ha colpito entrambe le popolazioni. Riconosciamo il diritto di ogni popolo alla sicurezza, alla libertà e alla vita. Ma nulla può giustificare la punizione collettiva, la distruzione di intere città, la negazione della dignità umana che vediamo oggi a Gaza.
Di fronte alla drammatica escalation di violenza, ci rivolgiamo alle istituzioni italiane affinché si adoperino urgentemente per la tutela dei diritti umani e la protezione dei civili, assumendo una posizione chiara e coerente con gli obblighi internazionali e i valori della nostra Costituzione.
Fonte: Il Sole 24 Ore