Festa Ungherese: scatenati ritmi magiari a Pietrasanta

Festa Ungherese: scatenati ritmi magiari a Pietrasanta

La cittadina toscana di Pietrasanta si è candidata a Capitale italiana dell’arte contemporanea 2027, e sulla facciata del Duomo un vivace videomapping ripercorre, con giochi grafici e di colori, la storia di un luogo rinomato per la lavorazione del marmo, per le sue gallerie e i suoi atelier d’arte; la terra di Botero, di Mitoraj, dei Tommasi, amata da tanti artisti di oggi, come lo scultore coreano Park Eun-Sun. Il concerto conclusivo di Pietrasanta in concerto, la rassegna che l’entusiasmo del violinista Michael Guttman ha reso un punto di riferimento musicale estivo da quasi vent’anni, è anche un modo per affermare una vocazione di Pietrasanta alla contemporaneità che qui vive nella scultura, nella pittura, ma anche nella musica.

Festa Ungherese

Festa Ungherese è il titolo della serata, con scatenati ritmi magiari e suadenti melodie gitane rivisitati anche con la sensibilità di oggi e resi con trascinante slancio dal virtuosismo di Jeno Lisztes che suona il caratteristico cimbalom, dal pirotecnico violinismo dello stesso Guttman, dalla bravura dei giovani archi della Brussels Chamber Orchestra.

Di musica contemporanea, e novecentesca, se ne è ascoltata tanta anche in quest’edizione di Pietrasanta in concerto, definita dall’eloquente titolo di Musica senza frontiere: i classici, ma con brani di rara esecuzione, il tango, la musica brasiliana, come quella di Antonio Santana, presente a Pietrasanta per assistere alla prima italiana del suo Trio. Prima italiana anche per il Concerto per mandolino e archi di Avner Dorman, brano del 2006 commissionato da uno dei più acclamati virtuosi dello strumento oggi, Avi Avital. E c’era proprio lui a interpretarlo, nel suggestivo Chiostro di Sant’Agostino, accompagnato dalla Brussel Chamber Orchestra, che quest’anno era la formazione strumentale in residenza.

Avi Avital ha dalla sua una superba padronanza tecnica, un’elegante agilità, e, soprattutto, sprigiona un magnetismo interpretativo di quelli che non ti danno tregua: ed è così che ha saputo restituire il Concerto di Dorman in tutto il suo pullulare di continue idee, come quelle di una fremente rapsodia. Con lui, nella medesima serata, c’era un altro virtuoso, il flautista Andrea Griminelli. Suono lucente e dirompente disinvoltura mostra Griminelli nel Concerto RV 433 “La tempesta di mare” di Vivaldi, gradevole fluidità ed eleganza nel legato quando presenta (è una prima mondiale) l’adattamento per il proprio strumento dell’Introduzione, Tema e Variazioni di Rossini, da questi destinato al clarinetto. Ed è una versione che non fa rimpiangere l’originale. Poi Avital e Griminelli si presentano insieme, per il Concerto RV 532 di Vivaldi. Avital cattura con la sua personalità, Griminelli è charmant. Quel che ne esce non è un duello fra virtuosi, per quanto il virtuosismo in entrambi sia ben tangibile, ma una sintonia governata da un rispetto reciproco. E ad animarla è uno spirito di divertimento che trova risposta nell’entusiasmo del pubblico.

Fonte: Il Sole 24 Ore