FiberCop, denuncia alla Ue: «A Open Fiber aiuti di Stato fino a 4,5 miliardi»

FiberCop, denuncia alla Ue: «A Open Fiber aiuti di Stato fino a 4,5 miliardi»

FiberCop denuncia l’Italia alla Ue per possibili aiuti di Stato al concorrente Open Fiber. Importo quantificato: da circa 2 miliardi fino a 4,5 miliardi. Il reclamo formale a Bruxelles è stato presentato solo la settimana scorsa, dopo che la società che ha rilevato la rete Telecom aveva scritto alle istituzioni per avere spiegazioni, preannunciando nel contempo iniziative in tal senso, e chiedendo successivamente accesso agli atti dei bandi di gara vinti da OF. Un passo, che potrebbe avere anche conseguenze pesanti, a fronte di quelle che Fibercop ritiene misure asimmetriche, gravemente distorsive della concorrenza, assunte a favore di Open Fiber nel corso degli ultimi due anni.

Le contestazioni

In particolare, oggetto della contestazione sono una serie di interventi pubblici a sostegno di Open Fiber che, in parallelo, aveva dovuto negoziare un ampliamento dei finanziamenti delle banche con connessa ricapitalizzazione azionaria a fronte di una insidiosa crisi di liquidità. Un primo punto riguarda i 660 milioni di sovvenzioni aggiuntive, che lo Stato – tramite la legge finanziaria e decreto attuativo Mimit – aveva concesso in più tranche, da erogarsi fino al 2029, a fronte di “extracosti” nelle aree bianche, quelle a fallimento di mercato, dove i bandi per la costruzione della rete veloce di tlc, di proprietà pubblica, erano stati tutti vinti da Open Fiber. Quest’ultima si era appellata a un articolo della concessione per ottenere il riequilibrio economico-finanziario della stessa. Alle sovvenzioni si è aggiunto, sempre nelle aree bianche, l’allungamento della concessione di 6-8 anni, a seconda dei lotti, vale a dire l’estensione della durata di oltre il 35% rispetto alla scadenza originaria, che si traduce in valore aggiuntivo per la società concessionaria. Nell’elenco rientrano anche linee di credito concesse dalle banche con garanzia Sace.

I civici

Il reclamo fa cenno inoltre all’ipotesi di stralciare 700mila numeri civici dai lavori affidati a Open Fiber nelle aree grigie (a semifallimento di mercato) sovvenzionate coi fondi del Pnrr, sostenendo che ove la misura si concretizzasse, questa si aggiungerebbe alla lunga serie di azioni di puntellemento dell’attività del concorrente che, oltretutto, eviterebbe di pagare multe di centinaia di milioni a fronte dei ritardi sulle scadenze previste, che invece Fibercop, nei lotti di sua competenza sta rispettando. Fibercop, in definitiva, sostiene che in un contesto altamente competitivo interventi discrezionali dello Stato rischiano di alterare sostanzialmente le condizioni di parità tra gli operatori.

Il paradosso

Insomma, una situazione un po’ paradossale perchè FiberCop, società che ha come azionista principale il fondo Usa Kkr, è partecipata al 16% dal Mef, che a sua volta è azionista di maggioranza di Cdp, che a sua volta è azionista al 60% di Open Fiber, società nata per costruire una rete tutta in fibra che per il restante 40% fa capo al fondo infrastrutturale australiano Macquarie. Nel board che ha approvato l’iniziativa siede peraltro anche un dirigente del ministero dell’Economia, il quale, correttamente, sul punto si sarebbe astenuto.

Fonte: Il Sole 24 Ore