
Fideiussioni, risoluzioni e risarcimenti: a Milano pochi rimedi per chi ha comprato casa
In base al Codice civile, allora, l’acquirente può chiedere di risolvere il contratto o chiedere la riduzione del prezzo nel caso in cui l’immobile presenti dei vizi: «Il venditore – dice ancora Stendardi – deve garantire che la cosa venduta sia immune da vizi che la rendano inidonea all’uso o ne diminuiscano il valore. Nel caso delle inchieste della Procura di Milano è possibile che questo accada e che, quindi, i contratti vengano risolti».
Il caos delle imprese
A questo punto, però, bisogna aprire una parentesi sulle imprese, che vivono anche loro una situazione drammatica. Le richieste di penali, indennizzi e le eventuali risoluzioni dei contratti già sottoscritti si traducono, inevitabilmente, in una fortissima tensione finanziaria sulle società costruttrici, soprattutto su quelle meno strutturate. Potrebbe, quindi, accadere che, a complicare ulteriormente la situazione, ci siano anche i loro fallimenti.
Le polizze fideiussorie
A dare un ulteriore aiuto c’è un altro rimedio, quello delle polizze fideiussorie. La sottoscrizione di una polizza fideiussoria per gli immobili da costruire è obbligatoria. Viene richiesta a banche e assicurazioni dalle imprese di costruzioni e consegnata all’acquirente dell’immobile. Serve a garanzia del compratore, per consentirgli di recuperare le somme versate nel caso in cui il costruttore si trovi in una situazione di difficoltà, ad esempio perché fallisce: «Questa polizza serve proprio a coprire le somme già pagate e sicuramente qualche acquirente proverà ad attivarla. Bisognerà verificare se banche e assicurazioni solleveranno eccezioni al suo utilizzo, riufiutandolo», dice Stendardi.
Lo spettro delle demolizioni
Ma non finisce qui. Perché problemi possono esserci anche per chi è già entrato in possesso del suo immobile e ha sottoscritto un rogito. A valle delle inchieste, infatti, si potrebbe arrivare anche ad annullare i titoli che hanno legittimato l’immobile, rendendolo abusivo. «Si tratta di un caso estremo, perché si tratta di immobili che sono stati autorizzati dal Comune e che, nel frattempo, sono anche stati realizzati. Inoltre, in questa situazione, si potrebbe arrivare a chiedere un risarcimento al Comune stesso, oltre che alla risoluzione dei contratti sottoscritti con le imprese costruttrici. Penso sia più probabile che il Comune di Milano dia, comunque, delle possibilità di sanatoria», conclude l’avvocato.
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Fonte: Il Sole 24 Ore