Fiona Tan e il viaggio nella psiche: al Rijksmuseum la mostra “Monomania”

Fiona Tan e il viaggio nella psiche: al Rijksmuseum la mostra “Monomania”

Apre con Géricault ma la mostra di Fiona Tan (1966) “Monomania” al Rijksmuseum di Amsterdam non è una mostra di arte classica: per la prima volta nella storia del museo, un’artista contemporanea è stata invitata a curare una grande mostra personale che occuperà interamente l’Ala Philips. L’onore è stato conferito a Fiona Tan, artista visiva e cineasta di fama internazionale, nata in Indonesia, cresciuta in Australia e da anni residente ad Amsterdam.

Il punto di partenza di Monomania è la nascita della psichiatria all’inizio del XIX secolo, tema che da tempo affascina Tan. L’artista si interroga da anni su come si possa rappresentare visivamente la psiche umana e su quanto sia possibile cogliere, osservando un volto, ciò che accade nell’interiorità di una persona. A guidare la sua esplorazione è stato un dipinto emblematico: “Ritratto di un cleptomane” (ca. 1822) di Théodore Géricault, parte della serie “Les Monomanes” cinque ritratti superstiti di individui affetti da fissazioni ossessive. Géricault, come altri artisti del XIX secolo, fu attratto dai limiti della mente umana, spingendosi là dove il disagio psichico e la rappresentazione visiva si incontrano.

250 opere

La mostra raccoglie oltre 250 opere selezionate dai ricchissimi archivi del Rijksmuseum. Dipinti, oggetti d’arte decorativa, maschere giapponesi, camicine da battesimo e manufatti quotidiani si combinano in un percorso inedito e stratificato, quasi cinematografico. Tra le opere esposte anche capolavori di Francisco Goya, Edvard Munch, Raden Saleh e molti oggetti mai esposti nelle ultime decadi. Tan non ha seguito un criterio cronologico o stilistico: ha invece tracciato un filo tematico che interroga il concetto stesso di “monomania”, di normalità e alterità, di ciò che viene riconosciuto e ciò che ci appare estraneo.

Culmine dell’esposizione è “Janine’s Room” (2025), una nuova opera video di Fiona Tan commissionata dal Rijksmuseum. Si tratta di una grande installazione immersiva composta da tre proiezioni: un ambiente avvolgente, dove realtà e immaginazione si fondono progressivamente, lasciando il visitatore con la sensazione che l’apparenza inganni. In questo spazio mentale e visivo, Tan spinge il pubblico a riflettere su ciò che vediamo, su ciò che crediamo di capire e su ciò che resta nascosto sotto la superficie.

Fonte: Il Sole 24 Ore