Fondo nazionale, attesa raccolta da 1 miliardo per investire nelle Pmi

Fondo nazionale, attesa raccolta da 1 miliardo per investire nelle Pmi

Un volano in grado di rivilitalizzare l’intero settore delle mid small cap, a partire da un bacino, stimato da un’analisi Intermonte, di 346 realtà con una capitalizzazione di 116 miliardi e 48 miliardi di flottante. C’è grande aspettativa, tra gli addetti ai lavori, per il varo del Fondo nazionale strategico indiretto (Fnsi), strumento che agisce come fondo di fondi e nasce con l’obiettivo di attivare investimenti pubblici e privati (Cdp partecipa fino al 49% alla sottoscrizione di fondi di nuova costituzione che hanno il mandato di investire nei titoli azionari con una quota prevalente di almeno il 70% destinato a società quotate ex Ftse Mib, settore finanziario escluso). Dopo le notizie legate al varo del primo fondo «ci aspettiamo che cinque fondi possano essere approvati entro fine anno per raggiungere il target di una decina di operatori con fondi approvati e pronti alla raccolta entro il primo semestre del 2026» spiega Alberto Villa, responsabile Equity research di Intermonte, In base alle aspettative e alle indicazioni più recenti, i fondi dovrebbero avere una dotazione che varia da circa 100 milioni a una soglia minima di 70 milioni. «L’eventuale adesione da parte di alcuni family office – aggiunge Villa – potrebbe poi rappresentare un elemento di upside rispetto a questa stima. I fondi, una volta che si saranno costituiti entro il termine previsto di giugno 2026, avranno comunque spazio fino a dicembre 2027 per aumentare la raccolta, che stimiamo possa arrivare fino a un miliardo», centrando così i target previsti.

L’avvio del Fnsi potrebbe svolgere il ruolo di volano per rilanciare l’interesse per le mid small cap italiane e per la liquidità del comparto. «Ci aspettiamo – aggiunge Villa – possa trainare un ritorno di interesse da parte della clientela retail (opportunamente stimolata dalle reti commerciali) per i prodotti Pir che restano uno strumento importante per canalizzare il risparmio privato sull’economia reale.La capitalizzazione di Borsa italiana, anche per via dei numerosi delisting, è preoccupantemente bassa rispetto al Pil italiano. La situazione è leggermente migliorata ma solo grazie alla buona performance del mercato mentre il contributo lato offerta è stato negativo con il numero e valore dei delisting che ha superato le nuove quotazioni». Iniziative come Fnsi, inoltre, «rispondono all’esigenza di aumentare la platea di investitori con orizzonti di investimento di lungo periodo e che possano agire anche da anchor investor nelle Ipo». Infine «un coinvolgimento più attivo da parte di altri investitori di rilievo come i fondi pensione – conclude – sarebbe in grado di ampliare ulteriormente il lato della domanda. La combinazione di questi strumenti e l’attuale livello interessante delle quotazioni di borsa di molte mid-small caps possono consentire una ripresa significativa del settore».

Fonte: Il Sole 24 Ore