“Frankenstein”, Guillermo del Toro dalla parte della Creatura

“Frankenstein”, Guillermo del Toro dalla parte della Creatura

È chiaro come del Toro sia attento soprattutto a questa seconda figura, tanto che quel punto di vista è quello più emozionante e interessante, ma il regista messicano riesce comunque a dare equilibrio a entrambi i personaggi, un padre prodigo e un figlio perduto che cercano di capire il senso della loro esistenza.

Uno sforzo produttivo evidente

Si percepisce come ci sia un ingente sforzo produttivo all’interno di questo film che ha qualche lacuna in alcune sequenze retoriche e laccate, ma che riesce ugualmente a regalare una visione d’insieme coinvolgente e con alcuni momenti commoventi.

Non è certo una novità che la Creatura di Frankenstein regali momenti di straordinaria umanità (tutto era già in origine nel romanzo di partenza) e del Toro punta moltissimo su questo aspetto offrendo allo spettatore passaggi che richiamano in questo senso altre sue pellicole precedenti, tra cui “La forma dell’acqua” che a Venezia vinse il Leone d’oro nel 2017.

Qualche passaggio si poteva limare, ma resta una riuscita trasposizione e una pellicola in cui si sente ancora una volta tutta la passione del suo regista.

Nel cast Oscar Isaac, Christoph Waltz e Mia Goth: quest’ultima ormai uno dei volti femminili più riconoscibili del cinema horror a livello mondiale, dopo “La cura del benessere”, “Suspiria” e naturalmente la trilogia “X” diretta da Ti West.

Fonte: Il Sole 24 Ore