Funerali della Regina, Londra blindata. Chiusa al pubblico la camera ardente

Gli accessi sono ormai off limits, ma la folla interminabile messasi in coda per ore durante quattro giorni e quattro notti come ultimo atto di omaggio alla regina Elisabetta è destinata a defluire fino all’alba. La retroguardia più estrema ha imboccato il varco di Southwark Park di corsa, col fiato in gola, per riuscire a cogliere la chance di entrare alla Westminster Hall prima della chiusura. E per sfilare di fronte al feretro della sovrana di una vita, accomiatatasi dalla storia l’8 settembre a 96 anni, 70 dei quali trascorsi sul trono del Regno Unito. È stata chiusa al pubblico la camera ardente: alle 11, ora locale, partiranno i funerali.

Il tributo dell’emozione

Il Paese – seppure non senza la cospicua eccezione di chi la monarchia non l’ama – sta sugellando il lungo addio alla figlia di Giorgio VI nel segno del tributo, dell’emozione, del ricordo. E di un silenzio crepuscolare da osservare compatti al rintocco del Big Ben alle otto di sera di domenica 18 settembre. L’ora in cui il saluto del popolo a Sua Maestà – ringraziato per iscritto da re Carlo in serata con un messaggio pubblico alle «innumerevoli persone che in questi dieci giorni» hanno «profondamente toccato» la Royal Family con il loro «sostegno e conforto» – cede il passo al primo appuntamento collettivo dell’ossequio ufficiale e solenne dei potenti della Terra, circa 500 dignitari provenienti dai ogni latitudine per onorare una donna che nel 1952 indossò a 26 anni la corona in un pianeta laddove i vertici degli Stati erano ancora occupati tutti da uomini, come ha ricordato la neo regina consorte Camilla: una donna che nelle parole del commosso elogio londinese del presidente americano Joe Biden ha contribuito a lasciare dietro di sé «un mondo migliore».

Funerali di stato con dignitari provenienti da tutto il mondo

I dignitari nella giornata di lunedì 19 settembre chiuderanno il cerchio delle cerimonie funebri con le grandiose esequie di Stato predisposte nell’abbazia di Westminster, le prime da quelle concesse a Winston Churchill nel 1965 e le più imponenti nella storia contemporanea del globo. Che già in serata – nel programma previsto per i leader di più alto rango, come Biden o Sergio Mattarella fra gli altri – sono chiamati a partecipare a un tradizionale ricevimento di benvenuto a Buckingham Palace, offerto da Carlo III, nuovo monarca e primogenito di Elisabetta, con Camilla al fianco. Occasione per scambiare scampoli di memoria, messaggi di condoglianze e sguardi sul futuro. Non senza qualche polemica geopolitica di sfondo. E qualche curiosità sulle fibrillazioni interne a casa Windsor: in testa il giallo sull’invito a Harry e Meghan. Alle esequie parteciperanno anche i principini George e Charlotte, i figli di William e Kate nonché secondo e terza nella linea di successione al trono britannico.

Il nuovo ruolo di Carlo

Un evento nel quale a Carlo, 74 anni e una lunghissima vita pubblica da erede alle spalle, tocca in ogni modo svolgere ora il ruolo di attore principale. Con i vertici politici dell’isola accanto, a iniziare dalla neo premier Tory, Liz Truss, costretta a debuttare sulla scena nel pieno di un passaggio epocale, oltre che di una crisi internazionale e interna sempre più allarmante. Mentre a far rumore resta l’eco delle polemiche sugli inviti fatti o negati. Da quello confermato alla Cina, nella persona del vicepresidente Wang Qishan, malgrado le proteste sul «genocidio degli uiguri nello Xinjiang» denunciato di recente nero su bianco dal Parlamento britannico. A quello sparito dal tavolo al principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, imbarazzante alleato del Golfo. E soprattutto a quello rifiutato fin dall’inizio alla Russia di Vladimir Putin: esclusa al pari dei soli Afghanistan, Bielorussia, Birmania, Siria e Venezuela. Un’esclusione, questa, che evidentemente brucia a Mosca, dove la portavoce Maria Zakharova non ha esitato ad accusare Downing Street di aver voluto «strumentalizzare una tragedia nazionale, che ha toccato i cuori di milioni di persone nel mondo per regolare qualche conto contro il nostro Paese».

Le attenzioni per Jill Biden e Olena Zelenska

Toni che stillano irritazione, in un momento nel quale la guerra in Ucraina ha portato le relazioni fra Londra e Mosca a uno stadio da Guerra Fredda, se non peggio. Mentre a moltiplicare l’effetto dello schiaffo al Cremlino è il trattamento da capo dello Stato riservato dal Regno alla first lady ucraina Olena Zelenska: sfilata a Westminster Hall dinanzi al catafalco reale subito dopo la sosta con segno delle croce di Biden e della moglie Jill; ricevuta con tutti gli onori a palazzo per il banchetto serale; e incontrata a tu per tu prima di tutti da Kate, neo principessa di Galles e consorte dell’erede al trono. Nella cornice di un lutto riflesso nei rituali abiti neri che nella circostanza non sono parsi indossati solo in onore della morte di una regina.

Fonte: Il Sole 24 Ore