
Fuoco sulle file per gli aiuti a Gaza, da maggio 900 morti per il cibo. Cardinale Lojudice: siamo oltre la follia
I numeri e le immagini però scorrono senza sosta e all’Angelus il pontefice ha rinnovato il suo appello: “Chiedo nuovamente che si fermi subito la barbarie della guerra e che si raggiunga una risoluzione pacifica del conflitto”, ha detto Leone XIV.
Israele invece ha deciso di allargare le sue operazioni di terra a Gaza. Per la prima volta dall’inizio della guerra l’esercito ha emesso un ordine di evacuazione per i residenti nella zona sud-occidentale di Deir al-Balah, nel centro della Striscia, per espandere “le sue attività in un’area in cui non ha mai operato prima”.
Le truppe hanno allargato le operazioni anche nell’area di Jabalya, nel nord, ha fatto sapere l’Idf sottolineando che i soldati “operano contro le organizzazioni terroristiche della zona” e che “finora sono stati smantellati centinaia di siti di infrastrutture terroristiche, sono state localizzate numerose armi e decine di terroristi sono stati eliminati”, si legge in un comunicato stampa pubblicato su Telegram.
Fonti mediche: oggi 7 morti
Fonti mediche nella Striscia di Gaza affermano che sette persone sono state uccise oggi in seguito agli attacchi dell’esercito israeliano, riporta Al Jazeera. Secondo fonti dell’ospedale Nasser di Khan Yunis, cinque membri della stessa famiglia sono morti quando la tenda in cui si trovavano nella zona di Al-Mawasi – nella Striscia di Gaza meridionale – è stata colpita. Un altro attacco israeliano ha ucciso altre due persone a Jabalia, nel nord della Striscia, secondo fonti del complesso ospedaliero di Al-Shifa. Al Jazeera riporta che le forze israeliane hanno anche sparato con droni contro i palestinesi rifugiati in una scuola a Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale. Per ora non sono state segnalate vittime.
L’attesa per l’accordo
Mentre continua l’attesa per una svolta sull’accordo con Hamas sul cessate il fuoco, fonti vicine alla fazione palestinese hanno affermato che “i punti di contrasto sono stati significativamente ridotti”, e hanno parlato di “terreno fertile” per un annuncio a breve, riconoscendo che “la pressione americana sta funzionando”. Anche in Israele monta l’impazienza nell’opinione pubblica, con decine di migliaia di israeliani che hanno protestato sabato sera nel centro di Tel Aviv e in altre città, per chiedere un accordo che garantisca il rilascio di tutti gli ostaggi, con appelli diretti ai leader israeliani e al presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Fonte: Il Sole 24 Ore