
Fuoripasto: corrono i consumi di patatine, popcorn e gallette
La snack economy è più croccante che mai. Secondo Euromonitor, il giro d’affari globale aumenterà del 23% entro il 2028, superando gli 831 miliardi di dollari. In Europa le vendite nel canale retail hanno ormai superato i 234 miliardi di euro e l’Italia è il secondo paese della Ue, dietro l’Olanda, per quota di spesa alimentare destinata a questi prodotti (43,2%), afferma un report di Circana. Nella culla della dieta mediterranea nonché nella della cucina più amata al mondo, il 55% dei consumatori considera gli snack un elemento chiave della propria giornata, rivela un’indagine di Danone.
Nel 2024 dalla vendita di patatine, estrusi, chips, tortillas, pop corn, gallette e barrette dolci, le catene distributive italiane hanno incassato circa 2 miliardi di euro, dicono le elaborazioni di Niq. Nei carrelli della spesa sono finiti soprattutto snack salati: ben 800 milioni di confezioni, il 2,6% in più rispetto all’anno precedente, per una spesa superiore a 1,2 miliardi di euro. Le regine sono le patatine, che convogliano il 44% della spesa dedicata ai fuoripasto salati e il 46% delle quantità. Anche nel fuoricasa le vendite di snack salati sono aumentate (+2,5%), mentre nel vending a crescere sono stati soprattutto i fuoripasto dolci (+6,7%) (fonte Confida). Questi ultimi hanno incassato di più anche nella Gdo (+2,6%), superando i 742 milioni di euro nonostante un calo del 2,7% dei volumi.
Se negli Usa, patria della “snacking economy”, le vendite di fuoripasto continuano a calare perché i consumatori sono più critici verso questi prodotti e più predisposti a cucinare, in Italia accade il contrario e avanza l’attitudine a mangiare in tante occasioni, che spaziano dal post attività sportiva alla pausa al lavoro. Secondo lo studio Danone, sei italiani su dieci preferiscono gli spuntini ai pasti tradizionali più abbondanti, che difficilmente si adattano ai nuovi stili di vita. Basta tavole apparecchiate e articolati menu: nella “snack age” si può mangiare sempre, velocemente e ovunque, anche mentre si cammina, mentre si viaggia o si segue una lezione all’università, tanto che ormai i fuoripasto vengono inseriti nei pasti classici, dalla colazione alla cena, o ne prendono addirittura il posto. Nuove abitudini espressioni di una società in perenne movimento ma anche frutto di un’offerta che sta cambiando l’approccio al cibo.
Prodotti concepiti letteralmente per conquistare al primo sguardo, visto che quello degli snack è un acquisto prevalentemente d’impulso. Prodotti con un’irresistibile promessa di gusto e gratificazione, che vengono proposti spesso in edizioni limitate realizzate in collaborazione con personaggi famosi (come Pringles/Super Mario e Wacko’s/Sferaebbasta) e ricette che cambiano in continuazione per rimanere attraenti e appetibili. Così negli ultimi mesi sono aumentate le proposte ad alto contenuto proteico (come i bocconcini di carne secca), quelle che strizzano l’occhio al salutismo (come le chips di riso e quelle light), quelle che assecondano il trend del plant-based (come quelle veg a base di legumi). Ma, all’opposto, funzionano bene anche le novità che puntano sul massimo della gratificazione e del piacere, infischiandosene del nutrizionalmente corretto, come accade con gli estrusi salati “da leccarsi le dita”, la patatina Grill San Carlo da mettere nel panino, i legumi ricoperti di cioccolato, i pop-corn dolci o i cubetti di avena con frutta. Emblematico quello che sta accadendo nel fiorente segmento delle tortillas, dove sono le versioni aromatizzate ai vari gusti (come formaggio o peperoncino) le più richieste da giovani e giovanissimi. Lo stesso accade negli snack aromatizzati, cresciuti tre volte più rapidamente di quelli classici, e nelle patatine, dove le versioni aromatizzate crescono a due cifre da un paio di anni (+14% a volume) fino a superare i 104 milioni di sell-out.
Quello degli snack è un settore in movimento anche sul piano competitivo la situazione è dinamica, anche perché dietro la triade dei leader Unichips, Mondelēz e Kelloggs si muovono tante aziende e si registrano diverse operazioni di M&A. A inizio agosto il gruppo Preziosi food – che produce oltre 130 milioni di confezioni di snack salati a proprio marchio e per le private label della Gdo – è passato alla holding maltese Foster Clark products ltd, che così è sbarcata in Italia. Il prossimo a passare di mano potrebbe essere Crik Crok, storica azienda di patatine nata nel 1949, che ha presentato un piano di concordato preventivo al Tribunale di Velletri. Una mossa che serve non solo per appianare i debiti ma anche per permettere l’ingresso di un nuovo proprietario, che i rumors indicano nella famiglia Casillo, proprietaria del Pastificio Liguori.
Fonte: Il Sole 24 Ore