Furti d’auto, un ddl prevede pene più severe e confisca dei beni al ricettatore

Furti d’auto, un ddl prevede pene più severe e confisca dei beni al ricettatore

Immaginate un serpentone di auto, una dietro l’altra, lungo oltre 600 chilometri. Poco più della distanza fra Roma e Milano. Sono le auto rubate in Italia nel 2024, ben 136mila veicoli. Con un aumento del 3% rispetto all’anno precedente. E con un raddoppio dei veicoli commerciali rubati, che segna addirittura un aumento del 112% rispetto al 2023. Refurtiva che viene smontata nel giro di 24 ore, con i pezzi inviati subito lungo le direttrice dell’Est Europa, del Nord Africa e del Medio Oriente. Un business criminale sempre più diffuso che ora un disegno di legge vuole contrastare, inserendo sanzioni più pesanti per i furti di auto. In Parlamento24 ne abbiamo parlato con il primo firmatario del disegno di legge, il senatore Dario Damiani di Forza Italia.

Il fenomeno è una piaga sociale

Necessario un provvedimento ad hoc, spiega il senatore Damiani, «per tre ordini di motivi. Innanzitutto perché il fenomeno è una piaga sociale in tutta Italia e colpisce in particolar modo in alcune regioni. La crudeltà e la spregiudicatezza con cui avvengono questi furti alla luce del sole è un problema anche di ordine pubblico. Secondo, da un punto di vista anche economico, non soltanto per i danni che le famiglie subiscono, ma anche perché le compagnie assicurative,in molte regioni e in molte zone e province, non vogliono assolutamente assicurare più i veicoli. E poi c’è anche la disparità. Un veicolo acquistato e assicurato in una specifica provincia dove è alto il numero dei furti, ha un prezzo diverso rispetto a una polizza assicurativa in un’altra zona d’Italia. Terzo, perché ci sono anche danni ambientali, perché le macchine vengono smontate e la carcassa delle auto viene buttata nelle campagne, anche con enormi danni all’ambiente».

Il testo aggiunge alcune aggravanti

Il testo – in commissione Giustizia, in sede redigente, che è una procedura di approvazione accelerata – prevede l’introduzione di alcune aggravanti. «Non aggiungiamo un reato – sottolinea Damiani – ma delle aggravanti. In particolar modo che riguardano le pene, che sono più severe, quindi da 2 a 6 anni. Innanzitutto la certezza della pena, perché ci sono dei casi nei quali i colpevoli, subito arrestati, vengono purtroppo subito liberati. Non ci saranno più attenuanti. Altro aspetto molto importante è la confisca dei beni per i ricettatori, che poi sono la forza economica di questa filiera criminale». Damiani si augura che, data la recrudescenza del fenomeno, si possa trovare la massima condivisione sul testo, anche fra le forze di opposizione. E che in Parlamento arrivino proposte migliorative del testo.

Fonte: Il Sole 24 Ore