Garante della privacy e Report: cinque punti per capire cosa sta accadendo

Garante della privacy e Report: cinque punti per capire cosa sta accadendo

L’ennesimo sviluppo. Dopo la puntata di Report di domenica 9 novembre, è scoppiata un’altra polemica legata al consiglio del Garante della Privacy, con le opposizioni che hanno chiesto le dimissioni di tutti e quattro i componenti.

Tutto parte dall’audio di Sangiuliano

Polemiche che ormai sono in corso da quasi un mese, anche prima della partenza della nuova stagione di Report lo scorso 26 ottobre. Ma che sono legate ad una puntata di un anno fa, del dicembre 2024. Il programma di Sigfrido Ranucci, infatti, ha mandato in onda una registrazione della conversazione privata dell’allora ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano con la moglie, in cui si discuteva di bloccare un contratto di consulenza.

Il ruolo del Garante

Da lì, si è inserito il Garante della Privacy. Il suo ruolo è quello di tutelare i diritti fondamentali e la privacy delle persone. Ecco così che, dopo quasi un anno, il 23 ottobre, è arrivata la sanzione: 150.000 euro. Sangiuliano, invece, si aspettava che la multa arrivasse prima, «dopo due mesi. E avrei chiesto 1,5 milioni di di euro» ha detto a Realpolitik.

Il giorno prima: l’incontro con Arianna Meloni

Lo sviluppo successivo, in realtà, è precedente alla multa. Perché Report, nella prima puntata del 26 ottobre, ha mostrato un filmato di Agostino Ghiglia, uno dei quattro membri del Garante, che è entrato nella sede di Fratelli d’Italia – in via della Scrofa, a Roma – poco prima di votare per la multa a Report.

Secondo il programma, c’è stato un incontro con Arianna Meloni, sorella della presidente del Consiglio e dirigente di FdI, per convincerlo a votare a favore della maxi-sanzione. Ghiglia, poi, ha detto di essersi recato lì per motivi editoriali con il direttore di «Il Secolo d’Italia», Italia Bocchino, e che avrebbe soltanto salutato Meloni.

Fonte: Il Sole 24 Ore