Gas russo, l’Austria avverte su possibile stop a breve e il prezzo vola

Gas russo, l’Austria avverte su possibile stop a breve e il prezzo vola

Attraverso l’Ucraina Gazprom invia tuttora in Europa con regolarità circa 42 milioni di metri cubi al giorno di gas, diretti – oltre che in Austria – anche in Moldova, in Slovacchia e in Italia. Il contratto di transito scadrà a fine 2024 e Kiev non intende rinnovarlo, benché stia collaborando alla ricerca di soluzioni alternative per agevolare la prosecuzione dei flussi (eventualmente anche di gas russo).

Gazprom intanto esporta in misura crescente via Turchia, con il gasdotto Turkstream che si dirama verso i Balcani: le sue forniture all’Europa, prezzate in modo competitivo, sono risalite del 15% nei primi dieci mesi di quest’anno in confronto allo stesso periodo del 2023, a 26,5 miliardi di metri cubi secondo stime basate su dati Entsog (volumi che sono comunque meno di un quinto rispetto a prima della guerra in Ucraina). L’Italia stessa ha aumentato le importazioni, con flussi in entrata a Tarvisio cresciuti di oltre il 60% tra gennaio e agosto, a 3,9 miliardi di metri cubi (su importazioni totali di 39 miliardi di mc), indicano le più recenti statistiche del Mise.

Omv stima che a causa di dispute con Gazprom il mercato austriaco possa perdere a breve «volumi orari fino a 7.400 MWh, corrispondenti a circa 5 TWh al mese» (intorno a 500 milioni di metri cubi). Ma rassicura che, se anche i russi chiudessero del tutto i rubinetti, riuscirebbe comunque a rifornire i clienti senza difficoltà, poiché ha provveduto «con successo» a diversificare le fonti e le rotte di approvvigionamento, in particolare procurandosi gas dalla Norvegia e volumi addizionali di Gnl con contratti di lungo termine. Inoltre ricorda che gli stoccaggi in Austria (come nel resto d’Europa) sono pieni per oltre il 90% della capacità.

«L’Austria può farcela senza gas russo e ce la farà – ha commentato su X la ministra dell’Energia Leonore Gewessler – Comunque sia è chiaro che un’improvvisa interruzione delle forniture potrebbe causare tensioni sui mercati del gas». In altre parole: prezzi più alti, che colpirebbero in modo generalizzato tutti i Paesi europei, anche quelli in grado fin d’ora di fare a meno di Gazprom.

L’Italia è uno di questi, è tornato ad assicurare nei giorni scorsi il ceo di Snam, Stefano Venier, ricordando tra l’altro – in un’intervista al Sole 24 Ore – il ruolo cruciale del nostro Paese anche per la sicurezza energetica europea, alla quale possiamo contribuire grazie a importanti lavori di potenziamento della rete completati di recente, che rafforzano il cosiddetto Corridoio verticale del gas nel Vecchio continente, che distribuisce i flussi da nord a sud e viceversa.

Fonte: Il Sole 24 Ore