Gaza, Onu: «Striscia disseminata di ordigni, popolazione a rischio». Idf identifica corpi ostaggi restituiti ieri

Gaza, Onu: «Striscia disseminata di ordigni, popolazione a rischio». Idf identifica corpi ostaggi restituiti ieri

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Luke David Irving, capo del Servizio di azione contro le mine delle Nazioni Unite (Unmas) nei territori palestinesi occupati, afferma che la popolazione di Gaza affronta una minaccia «incredibilmente elevata» a causa degli ordigni esplosivi disseminati nell’enclave. La scorsa settimana cinque bambini palestinesi sono rimasti feriti a causa di queste armi

Luke David Irving, capo del Servizio di azione contro le mine delle Nazioni Unite (Unmas) nei territori palestinesi occupati, afferma che la popolazione di Gaza affronta una minaccia «incredibilmente elevata» a causa degli ordigni esplosivi disseminati nell’enclave. Lo riporta Al Jazeera, Irving ha osservato che la scorsa settimana cinque bambini palestinesi sono rimasti feriti a causa di queste armi, sepolte tra le macerie dei bombardamenti israeliani. E questa, ha aggiunto, è solo una delle centinaia di segnalazioni.

«Ad oggi, dall’ottobre 2023 sono state segnalate all’Unmas 328 vittime di ordigni esplosivi, tra feriti e morti», ha dichiarato Irving ai giornalisti durante un briefing presso la sede centrale delle Nazioni Unite a New York. «Prevediamo che questa cifra sia notevolmente sottostimata. Purtroppo, possiamo stimare che molte più persone siano state ferite o uccise dagli ordigni disseminati a Gaza negli ultimi due anni». L’Unmas è riuscita a identificare almeno 560 ordigni esplosivi a Gaza, nelle aree in cui l’agenzia ha potuto accedere. «Tuttavia, non conosceremo l’entità esatta della contaminazione a Gaza finché non sarà condotta un’indagine completa», ha concluso Irving.

L’Ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che i resti restituiti ieri sera da Gaza sono stati identificati come quelli di Arie ’Zalman’ Zalmanowicz e di un altro ostaggio tenuto da Hamas la cui famiglia non ha ancora autorizzato la pubblicazione del nome. Lo riportano i media dello Stato ebraico. Zalmanowicz, 85 anni, del kibbutz Nir Oz, è stato rapito dalla sua casa durante l’attacco terroristico del 7 ottobre 2023 ed è morto in prigionia. Le Forze di difesa israeliane (Idf) affermano che gli analisti forensi stanno lavorando per determinare la causa del decesso, precisando che la data della morte è stata fissata al 17 novembre 2023. L’altro ostaggio Farhan al-Qadi, salvato dalle truppe israeliane nell’agosto 2024, ha raccontato di essere stato ricoverato in un ospedale di Gaza insieme a Zalmanowich, diabetico, e di essere stato con lui al momento del decesso a causa della mancanza di cure, della malnutrizione e della negligenza. Zalmanowicz lascia i due figli Boaz e Yoav e cinque nipoti. Sua moglie Ruth è morta nel 1997.

Fonte: Il Sole 24 Ore