Gelati più cari, dal 2002 a oggi prezzi aumentati anche del 138%

Gelati più cari, dal 2002 a oggi prezzi aumentati anche del 138%

I prezzi lievitano e le porzioni si riducono. I rincari non risparmiano neppure l’alimento che caratterizza l’estate. Ossia il gelato. Che si ricco e goloso o, molto più semplicemente, rinfrescante e, talvolta, consolatorio, non fa differenza. Perché con il caldo e la stagione estiva cresce il consumo. Ma cresce anche il prezzo.

Lo studio di Federconsumatori

A raccontarlo è uno studio effettuato dalla Federconsumatori, l’associazione che si occupa della difesa dei diritti dei consumatori. «I consumi di questo bene non conoscono flessioni, proprio perché i cittadini lo associano alla sensazione di gioia e al concetto di vacanza. Ma i prezzi, invece, registrano dei veri e propri record – sottolineano dall’associazione -. Solo nell’ultimo anno, mediamente, il gelato è aumentato del +9%. A crescere di più il costo del gelato confezionato (a stecca) e del gelato in vaschetta, rispettivamente aumentato del +24% e del +23%». Non è comunque tutto, perché se il confronto si estende agli ultimi anni, si ha la conferma di quanto sia cresciuto il costo. «Rispetto al 2021 mediamente i costi sono aumentati del +42% – argomentano dalla Federconsumatori -, ma rispetto al 2002 sono aumentati del +138%».

Il cono da 1,5 a 2,9 euro

Giusto qualche esempio: un cono piccolo che nel 2002 costava 1,5 euro, oggi ne costa 2,9. E nel crescendo ci sono gli altri. Un cono medio è passato da 2,5 euro del 2002 a 3,95 di oggi. Rincari anche per i gelati confezionati. Si è passati dai 0,90 centesimi del confezionato a stecca del 2002 a 2,8 euro di oggi. Il costo del cono confezionato è più che raddoppiato: da 1,2 a 2,5 euro. Stesso discorso per quelli in vaschetta: dai 2,49 del 2002 ai 7,98 di oggi.

Tutto è legato ai rincari

Quanto alle cause, alla Federconsumatori non hanno dubbi: «Latte, zucchero e cacao, hanno subito aumenti di prezzo, a cui si aggiunge anche il caro-energia registrato negli ultimi anni, ma questi andamenti non sono sufficienti a spiegare incrementi di questa portata».

Fonte: Il Sole 24 Ore