Gelato, con le norme Ue sui gas refrigeranti a rischio il primato mondiale dei macchinari italiani

Importantissimo requisito è poi la facilità d’uso poiché l’erogazione deve essere veloce, automatica, senza che la catena della qualità decada. Ecco dunque che la gamma dei mantecatori, pastorizzatori, dei tini di maturazione multifunzione e delle macchine Innova vanta una elevata sintesi di meccatronica per facilitare e fluidificare il controllo e la gestione dell’operatore.

Le Flashmachines Q-Frozen – geniali invenzioni di Mauro Cappelli – che hanno accelerato e sintetizzato tutte le operazioni per la produzione e il servizio del gelato, sono ora disponibili nella versione self service a gettoni. E possono erogare anche versioni senza glutine o senza lattosio, con poco zucchero, meno grassi.
più in generale il made in Italy di questi gioielli della tecnologia sono in grado di personalizzare in real time il gelato con l’aggiunta di ingredienti freschi o speciali e rari proprio durante l’erogazione.

Export a rischio con le nuove regole Ue

Ma il tema centrale di molti eventi e presentazioni a Rimini, che sta creando notevoli incertezze e preoccupazioni proprio tra i produttori degli impianti e dei macchinari è, come ci ha confermato Marco Cavedagni, presidente di Acomag, il nuovo Regolamento europeo F-Gas. «Entrerà in vigore molto presto, entro febbraio, ed ha l’obiettivo di ridurre in tempi vicinissimi le emissioni di gas fluorurati ad effetto serra. Un obiettivo che noi per primi da anni intendiamo raggiungere tanto che già qui al Sigep sono state presentate nuove linee di macchinari che usano i gas naturali come richiesto dal Regolamento. Ma i tempi previsti per l’adeguamento sono improponibili, perché tutto deve avvenire entro il 1° gennaio 2025 e quello che più preoccupa è che sarà proibita anche l’esportazione delle attuali attrezzature in Paesi dove tra l’altro non esiste e non esisterà nessun divieto, dove non vogliono né vorranno avere impianti con i nuovi gas altamente a rischio, come il propano o ad alta pressione. Con il rischio altamente probabile di vedere i competitor stranieri aggiudicarsi quei mercati che oggi comprano il made in Italy».

Un danno enorme e che solo l’intervento dei governi potrebbe allontanare. Il rischio riguarda non soltanto il comparto dei gelati ma anche altri settori manufatturieri professionali che impiegano gas fluorurati. Così scende in campo anche Efcem -Confindustria, di cui fa parte Acomag, perché anche l’export degli apparecchi professionali per la ristorazione, il food e l’hospitality ha gli stessi problemi.
Si tratta infatti, oltre che dell’ampia gamma di macchine per il gelato, anche di quelle per la refrigerazione, gli abbattitori,i fabbricatori di ghiaccio e le attrezzature che raffreddano e scaldano in sequenza. Tutti comparti che esportano oltre il 70% anche perché spesso le vendite riguardano non singoli apparecchi ma l’offerta completa lavaggio-preparazione-conservazione-cottura.

Efcem: vogliamo competere ad armi pari

«Nessuna azienda italiana è contraria alle misure d che dal 2014 l’Europa ha intrapreso –dichiara a Food24 Andrea Rossi, presidente di Efcem – per l’abbattimento dell’effetto serra e per l’efficientazione degli impianti. Anzi, siamo sempre stati in prima linea su questa scelta. Ma i tempi necessari per cambiamenti molto costosi e complessi di intere filiere di componentistica e prodotti finiti sono ben altri, non certo pochi mesi. In altre occasioni, i regolamenti entrati in vigore dal 2014 abbiano sempre previsto tempi nettamente più lunghi, di 6-7anni. E stiamo ancora, per così dire, litigando con chi intende imporre queste regole. Per questo occorre una proroga di quattro anni. Non appena entrerà in vigore, chiediamo che il governo italiano cominci l’iter previsto dal Regolamento per le obiezioni e le deroghe assolutamente necessarie».

Fonte: Il Sole 24 Ore