
Gemini 3.0 in rampa di lancio: ecco come evolve ancora la Gen AI di Google
Ormai ci siamo, anche se sui tempi effettivi di rilascio c’è ancora qualche velo di incertezza. Google è comunque vicina a presentare Gemini 3.0, la nuova generazione del modello di intelligenza artificiale sviluppato da DeepMind, e l’ulteriore conferma sull’imminente debutto è arrivata nei giorni scorsi da AI Studio, una piattaforma dedicata agli sviluppatori, e da presunti documenti interni trapelati online, che fisserebbero la data di presentazione ufficiale per il 22 ottobre. Il lancio, secondo quanto emerge dal balletto dei rumors, potrebbe seguire uno schema ormai abituale per il gigante di Mountain View, ovvero sia una distribuzione graduale e discreta, inizialmente limitata a un gruppo ristretto di utenti e developers, prima di essere resa disponibile agli abbonati di Gemini Advanced e pubblico come interfaccia web. Il tutto per testare e monitorare le prestazioni reali sul campo del modello, e raccogliere i necessari feedback, prima di fissare una data di lancio ufficiale. Altre indiscrezioni, invece, hanno fatto intendere che proprio questi abbonati potrebbero avere già in uso il nuovo modello linguistico, avvisati da una notifica che anticipa per l’appunto l’aggiornamento alla versione 3.0 Pro, definita “la più intelligente di sempre”. La sensazione di molti analisti, alla luce delle varie notizie emerse, è che la presentazione di Gemini 3.0 possa effettivamente avvenire entro la fine di questo mese, mentre il rilascio vero e proprio del nuovo modello possa essere rimandato a dicembre, come già avvenuto per le versioni 1.0 e 2.0 di Gemini (la release 2.5 Pro è invece uscita a marzo, mentre la 2.5 Pro Preview I/O Edition è stata annunciata lo scorso giugno durante la conferenza annuale per gli sviluppatori di Google. Dati resi noti da Alphabet alla mano, intanto, l’app Gemini ha superato i 450 milioni di utenti attivi mensili ed è da questo numero che la società californiana riparte per battere un nuovo colpo nella lotta alla supremazia nell’intelligenza artificiale generativa.Ormai ci siamo, anche se sui tempi effettivi di rilascio c’è ancora qualche velo di incertezza. Google è comunque vicina a presentare Gemini 3.0, la nuova generazione del modello di intelligenza artificiale sviluppato da DeepMind, e l’ulteriore conferma sull’imminente debutto è arrivata nei giorni scorsi da AI Studio, una piattaforma dedicata agli sviluppatori, e da presunti documenti interni trapelati online, che fisserebbero la data di presentazione ufficiale per il 22 ottobre. Il lancio, secondo quanto emerge dal balletto dei rumors, potrebbe seguire uno schema ormai abituale per il gigante di Mountain View, ovvero sia una distribuzione graduale e discreta, inizialmente limitata a un gruppo ristretto di utenti e developers, prima di essere resa disponibile agli abbonati di Gemini Advanced e pubblico come interfaccia web. Il tutto per testare e monitorare le prestazioni reali sul campo del modello, e raccogliere i necessari feedback, prima di fissare una data di lancio ufficiale. Altre indiscrezioni, invece, hanno fatto intendere che proprio questi abbonati potrebbero avere già in uso il nuovo modello linguistico, avvisati da una notifica che anticipa per l’appunto l’aggiornamento alla versione 3.0 Pro, definita “la più intelligente di sempre”. La sensazione di molti analisti, alla luce delle varie notizie emerse, è che la presentazione di Gemini 3.0 possa effettivamente avvenire entro la fine di questo mese, mentre il rilascio vero e proprio del nuovo modello possa essere rimandato a dicembre, come già avvenuto per le versioni 1.0 e 2.0 di Gemini (la release 2.5 Pro è invece uscita a marzo, mentre la 2.5 Pro Preview I/O Edition è stata annunciata lo scorso giugno durante la conferenza annuale per gli sviluppatori di Google. Dati resi noti da Alphabet alla mano, intanto, l’app Gemini ha superato i 450 milioni di utenti attivi mensili ed è da questo numero che la società californiana riparte per battere un nuovo colpo nella lotta alla supremazia nell’intelligenza artificiale generativa.
Cosa c’è di nuovo: le novità attese e le due varianti
In attesa della reale disponibilità del modello, le indiscrezioni parlano di notevoli miglioramenti in termini di performance, soprattutto per quanto riguarda l’accuratezza nella generazione di codice SVG (il formato di file per la grafica vettoriale basato su XML utilizzato principalmente per le immagini Web) e il ragionamento multimodale. Come scrivono alcuni esperti, non è ancora chiaro in cosa Gemini 3.0 Pro si differenzierà da Claude 4.5 Sonnet di Anthropic o GPT-5 Codex di OpenAI, ma è dato per certo che sarà il cuore di Gemini Advanced (la versione premium della chatbot) e di Gemini for Workspace, la piattaforma che alimenta gli applicativi Docs, Gmail e Slides. Non in ultimo, il nuovo modello potrebbe anche diventare il motore di Gemini for Enterprise, la soluzione che Google indirizza alle aziende che vogliono costruire flussi di lavoro personalizzati basati su agenti AI. Fra le novità chiave previste non dovrebbero mancare la maggiore integrazione con l’ecosistema Android e un ulteriore potenziamento delle capacità di ragionamento complesso e di interazione multimodale in tempo reale, e quindi la possibilità di interpretare e collegare simultaneamente testo, immagini e suoni in un flusso logico sempre più naturale. Il nuovo modello dovrebbe inoltre rafforzare la compatibilità cross-platform e il supporto alle API di terze parti, ampliando così il suo potenziale di utilizzo nei prodotti Google (da Workspace a Search) e nelle applicazioni aziendali basate su Gemini for Enterprise. Rispetto a Gemini 2.5 Pro, volendo fare una sintesi, la versione 3.0 promette prestazioni più coerenti nei dialoghi lunghi, riduzione delle “allucinazioni” e migliore comprensione del contesto: l’idea di Google, in poche parole, è quella di mettere nelle mani degli utenti un motore cognitivo unificato capace di alimentare tanto la creatività e la produttività individuale quanto le soluzioni AI per le imprese. Il rilascio, come citando diverse fonti, dovrebbe riguardare due versioni distinte: Gemini 3.0 Pro, più potente e completa, in grado di gestire compiti complessi e pensata per sviluppatori, professionisti e utenti avanzati; Gemini 3.0 Flash, più leggera e ottimizzata per l’uso quotidiano e progettata per garantire maggiore velocità e accessibilità anche a chi dispone di risorse computazionali più limitate.
Un ecosistema a prova di concorrenza
Se guardiamo al momento nel quale Google calerà l’asso di Gemini 3.0, è di fatto poco discutibile che questo avvenga in una fase di forte accelerazione per l’intelligenza artificiale di BigG. Non deve passare inosservato, per esempio, come l’’azienda abbia recentemente ampliato l’accesso alla propria piattaforma, offrendo un anno gratuito di abbonamento a Google AI Pro agli studenti universitari di tutto il mondo (la proposta vale per tutti coloro che frequentano un corso di laurea) con l’intento fidelizzare nuovi utenti ed estendere la diffusione dei propri servizi generativi. Gemini, da parte propria, è sempre più integrato nei prodotti core dell’azienda (da Gmail al motore di ricerca fino agli strumenti per sviluppatori) e in tal senso l’obiettivo dichiarato è quello di trasformare la tecnologia in una vera infrastruttura di intelligenza distribuita, in grado di adattarsi ai diversi contesti d’uso, che sia la scrittura di codice o la generazione di contenuti, l’assistenza ai processi aziendali o la creatività individuale. La strategia di aggiornamento “silenzioso”, così come viene definita la scelta di rilasciare gli aggiornamenti in background, è parte integrante di questo obiettivo e serve anche a tenere alta la pressione sui concorrenti, e cioè le solite Anthropic (che ha appena lanciato Claude 4.5 Haiku) e OpenAI, pronta alla nuova tornata di aggiornamenti per il suo GPT.
Fonte: Il Sole 24 Ore