Generali, il collasso dell’insegna della Torre Hadid e non solo: polizza smart working per la continuità aziendale

Generali, il collasso dell’insegna della Torre Hadid e non solo: polizza smart working per la continuità aziendale

Oggi tutti in smart working. Dopo il collasso dell’insegna, poter dare la comunicazione ai lavoratori che gravitano intorno alla sede di Citylife a Milano, ha consentito alla compagnia assicurativa Generali di preservare a un tempo la salute e sicurezza delle persone e la continuità operativa. Con una semplice informativa sindacale e mail ai lavoratori con cui è passata alla modalità smart working, senza dover passare attraverso le forche caudine di negoziati che senz’altro avrebbero ritardato l’operatività. Non è questione di cinismo, ma di salute e sicurezza e operatività, in questo caso. In altri di sostenibilità sociale e ambientale. Temi che rappresentano un rischio concreto nelle aziende e nelle città e su cui lo smart working può fungere da vera a propria polizza.

Le cause di forza maggiore di Eni

Tra le multinazionali più sensibili ai temi della salute e sicurezza, come raccontano le oltre 6mila esercitazioni annue messe in atto nelle diverse sedi per abituarsi a comportamenti sicuri, Eni, in uno dei primi accordi di smart working che ha siglato con i sindacati, ha previsto un capitolo intitolato smart working per situazioni straordinarie che prevede per l’azienda la possibilità di disporre, anche a livello territoriale, di ricorrere al lavoro agile per periodi temporanei continuativi o frazionati, secondo le modalità organizzative che riterrà più opportune, dandone tempestiva informativa ai sindacati. Tra queste l’accordo di Eni indica anche le cause di forza maggiore, per esempio situazioni particolari come calamità (dalla neve con conseguenti blocchi stradali o di trasporto), eventi pandemici, eventi meteorologici, eventi di rilevanza nazionale e internazionale come il Giubileo.

Il Giubileo di Roma

E proprio al Giubileo, evento di dimensione globale rimanda l’accordo quadro del comune di Roma, insieme a Regione Lazio e Città metropolitana con le organizzazioni datoriali e sindacali per promuovere e rafforzare lo smart working tra i dipendenti pubblici e provati nel periodo giubilare per poter gestire l’aumento di traffico e le criticità della mobilità nella capitale offrendo ai lavoratori la possibilità di lavorare in misura maggiore da remoto.

La polizza smart working

Le storie sono diverse ma in comune hanno il fatto che, qualunque cosa si pensi dello smart working e degli accordi sindacali che lo prevedono, averlo e averli oppure no può fare la differenza nella gestione operativa. Nel primo caso può essere garantita, nel secondo, soprattutto nelle grandi società c’è il tema della predisposizione anche tecnologica dell’organizzazione del lavoro e dell’accordo sindacale. Con una mail Generali è passata alla modalità smart working – che è previsto per 3 giorni al mese e rientra nel più ampio piano di Red working, a cui aderisce la quasi totalità delle sue persone (98%) – mettendo in sicurezza i lavoratori e l’operatività. Come una polizza.

Fonte: Il Sole 24 Ore