Generali tratta con Natixis per più tempo e zero penali

Generali tratta con Natixis per più tempo e zero penali

Più tempo e via le penali. Generali, da quanto si apprende, nelle ultime settimane avrebbe ripreso il dialogo con Natixis a proposito della maxi alleanza nell’asset management. Una parte del vertice del gruppo sarebbe infatti volato a Parigi, in almeno un paio di occasioni, per provare a riannodare il filo del discorso. E lo starebbe facendo avendo ben chiare due priorità: da un lato prorogare i termini della scadenza per definire l’intesa e dall’altro togliere dal tavolo la questione penale se la trattativa non dovesse andare a buon fine.

Tempi più lunghi

La necessità di rivedere le tempistiche per definire l’eventuale partnership sarebbe legata agli sviluppi, in termini di M&A, degli ultimi mesi. A valle dell’assemblea delle Generali di aprile, quando Mediobanca annunciò l’offerta per rilevare Banca Generali mettendo sul piatto la propria partecipazione nel Leone di Trieste, la compagnia aveva fatto chiaramente capire che avrebbe affrontato un dossier alla volta. E nello specifico aveva chiarito che l’urgenza era rappresentata dall’avviare le procedure per comprendere se fosse nell’interesse del gruppo valorizzare la controllata. L’attenzione del vertice, in questi mesi, è stata dunque principalmente rivolta a capire i contorni della proposta di Piazzetta Cuccia e contemporaneamente valutare come gestire l’operazione anche sul fronte industriale per mantenere comunque un legame con Banca Generali. Con l’assise di Mediobanca del 21 agosto scorso, che ha decretato la fine dell’offerta, le priorità sono nuovamente cambiate. E dunque a settembre la compagnia sarebbe tornata a Parigi. Ma le settimane di ritardo accumulate sul fronte della trattativa ora imporrebbero un cambiamento sostanziale della tabella di marcia inizialmente prevista. Di qui la necessità di concordare delle nuove scadenze.

La penale

Allo stesso modo altro nodo centrale da sciogliere è la questione penale. Benché il memorandum di intesa (mou) firmato lo scorso 21 gennaio da Generali con i francesi di Natixis per dare vita alla joint venture non fosse vincolante è stata comunque prevista una penale di 50 milioni qualora non si dovesse procedere con gli accordi. Un cifra rilevante e che richiedeva, tra le altre cose, che venissero rispettati una serie di passaggi tecnici. Tra questi, soprattutto, il fatto di incassare entro il 31 luglio il via libera delle rispettive parti sindacali. Cosa che è stata effettivamente fatta, così come sarebbero stati completati entro il termine altri impegni vincolanti. Sulla carta, dunque, la break up fee, così come era stata pensata, potrebbe essere rimossa. Sarà però necessario il consenso di entrambe le parti. C’è da dire che togliendo quell’elemento dal tavolo della trattativa il percorso potrebbe rivelarsi in discesa sia per il fronte italiano sia per quello transalpino nel caso in cui volessero fare un passo indietro rispetto all’accordo.

L’operazione

A riguardo va ricordato che la nuova società metterebbe assieme le attività di asset management facenti capo, rispettivamente, a Generali Investments Holding e a Natixis IM, portando alla creazione di un operatore globale da 1.900 miliardi di masse gestite, al nono posto a livello mondiale e leader nell’asset management in Europa con 4,1 miliardi di ricavi. La società risultante dall’aggregazione sarebbe controllata in modo condiviso dalle due istituzioni finanziarie – ciascuna con una quota del 50% – operando con una struttura di governance congiunta e secondo criteri paritetici di rappresentanza e controllo. Generali Investments Holding apporterebbe oltre 0,6 trilioni in asset, mentre il contributo di Bpce, tramite Natixis, sarebbe di 1,3 trilioni.

Fonte: Il Sole 24 Ore