Genitori separati, alternanza nella casa coniugale per vivere col figlio
Con un’ordinanza pubblicata nei giorni scorsi, il Tribunale di Roma ha previsto che due genitori che hanno in corso un giudizio di separazione debbano alternarsi settimanalmente nella casa familiare, nella quale rimane il figlio di quattro anni. Non è la prima volta che i giudici di merito adottano la formula della «casa dei bambini», con i genitori che si alternano. Analizziamone scopi ed efficacia.
La logica
La logica che sorregge queste decisioni è chiara: fino a che non emerge che è nell’interesse dei bambini stare in prevalenza con uno dei genitori, il tempo di permanenza con ciascuno di loro va ugualmente diviso ed è preferibile che siano gli adulti ad alternarsi nella casa dei figli, piuttosto che i bambini a spostarsi fra le case dei genitori. L’ordinanza del Tribunale di Roma è un provvedimento provvisorio, proprio perché il giudice deve ancora accertare se sia opportuno individuare un genitore con il quale è bene che i figli stiano in prevalenza.
Il giudice ha quindi disposto una consulenza tecnica (affidata ad uno psicologo) per accertare competenze e capacità genitoriali di ciascun genitore. La nuova udienza, però, è fissata alla fine di marzo dell’anno prossimo. L’alternanza dei genitori nella casa del bambino durerà quindi molti mesi.
I tempi
Il ricorso è stato depositato all’inizio di quest’anno: un bambino di quattro anni dovrà attendere almeno un anno dalla crisi del matrimonio dei genitori prima che il giudice disponga un assetto di vita finalmente stabile e ragionevole. Un’eternità per un bambino di quattro anni.
Le criticità
Nonostante la logica seguita dal giudice sia chiara, la conclusione non convince. Condividere una casa sulla base di un turno settimanale richiede spirito di adattamento e armonia. Raramente due genitori che hanno in corso una causa di separazione hanno queste caratteristiche. La condivisione degli spazi è destinata ad alimentare tensioni e contrasti.
Fonte: Il Sole 24 Ore