Geopolitica in azienda, un approccio strategico per i mercati post-globali

Geopolitica in azienda, un approccio strategico per i mercati post-globali

In generale, il termine geopolitica è utilizzato in modo improprio – estensivo e vago – il che tende a generare equivoci riguardo sia ai contenuti sottostanti a eventuali metodi di pianificazione strategica che includano una particolare lettura del contesto internazionale, sia agli ambiti (tipi di impresa e mercati) di applicazione di tale strumento.

Un’impresa manifatturiera organizzata secondo un modello gerarchico che si approvvigiona e vende sul mercato nazionale, difficilmente trarrà vantaggio da un approccio geopolitico, né all’interno del suo organigramma (per definizione semplice, perché diviso tra chi decide e chi realizza) ci sarà spazio per una figura di consigliere geopolitico. Di contro, qualora una realtà del genere intendesse evolvere e posizionarsi correttamente sui mercati esteri, una qualche forma di indagine geopolitica consentirà di ottimizzare il rapporto tra rischi e benefici legati all’operazione.

Non sempre, insomma, ha senso parlare di geopolitica, né ha senso chiamarla in causa senza essere poi in grado di definire i contenuti. Nel business meglio essere rigorosi ed efficaci, piuttosto che ricorrere a termini evocativi, ma vaghi sul piano dei contenuti e delle applicazioni.

Quali e come le piccole e medie imprese italiane potrebbero giovarsi di un approccio e conoscenze geopolitiche?

Rispetto ai tipi di impresa, la questione delle dimensioni entra in gioco soprattutto in relazione al tema del rischio e della complessità dei processi decisionali. In imprese grandi e complesse, i processi decisionali sono molto articolati e la singola scelta strategica tende ad avere una impatto marginale limitato. Inoltre, spesso sono presenti appositi organismi di mitigazione del rischio che tendono a rallentare ulteriormente eventuali cambiamenti di rotta da parte dei decisori. Nelle imprese più piccole, invece, la catena di comando e queste strutture sono più agili. Il valore strategico della singola decisione, quindi, è maggiore. Paradossalmente, però, proprio in questi contesti tendono a mancare strutture e culture orientate all’analisi preliminare della relazione tra rischi e opportunità collegati a certe decisioni.

Fonte: Il Sole 24 Ore