Germania, la produzione industriale in calo ai livelli del 2005

Germania, la produzione industriale in calo ai livelli del 2005

La produzione in Germania nel 2025 sta andando peggio delle attese ma per il governo Merz la crescita del Pil nel 2026 e nel 2027 sarà migliore del previsto. È in chiaroscuro il quadro dell’economia tedesca, che dopo due anni di recessione nel 2023 e nel 2024 non riesce a prendere slancio quest’anno e sganciarsi dal rischio della stagnazione e rinvia al prossimo anno lo strappo all’insù del Pil.

Ieri Destatis, l’ufficio federale di statistica, ha registrato ad agosto un calo del 4,3% della produzione di industria, edilizia e fornitori di energia rispetto al mese precedente, segnando la peggiore contrazione dal marzo 2022 dopo lo scoppio della guerra ingiustificata della Russia in Ucraina: un cedimento dovuto principalmente all’automotive (-18,5%) che è il settore che pesa di più sulla produzione industriale e che sarà al centro di una riunione oggi tra governo e imprese. Il Financial Times ha rincarato la dose negativa di queste statistiche, depurando i dati dai crolli della produzione industriale registrati ai tempi della grande crisi finanziaria nel 2008 e del picco della pandemia nel 2020: al netto di queste due crisi, la produzione tedesca è caduta in agosto a un livello che non si vedeva dal 2005.

Ieri, intanto, il governo federale ha rivisto all’insù le previsioni per il 2026 portando il rialzo del Pil a +1,3% nel 2026 contro l’1% dei pronostici primaverili del precedente governo provvisorio. Questo miglioramento non è trainato dalla domanda interna o dalle esportazioni (in lievissimo aumento) ma dalla crescita degli investimenti, tra i quali quelli in attrezzature, ovvero macchinari e veicoli, che dovrebbero crescere del 6,5% l’anno prossimo e del 5,5% l’anno successivo. La ministra dell’Economia Katherina Reiche (Cdu) prevede per quest’anno una lieve crescita dello 0,2% (contro le prevalenti previsioni di stagnazione) e un aumento del Pil dell’1,4% nel 2027, dopo l’1,3% quest’anno. Il ritorno alla crescita dal 2026 della locomotiva tedesca non è in dubbio, ma l’entità del rialzo dipenderà dalla velocità di implementazione della lunga lista di incentivi e investimenti sui quali punta il cancelliere Merz.

Il dato sulla produzione industriale di agosto, che è andato molto peggio di quanto gli economisti interpellati da Reuters prevedevano (-4,3% contro -1% e dopo il +1,3% di luglio), sottolinea le difficoltà nelle quali si trova l’economia tedesca, che attende non soltanto stimoli fiscali ma anche un’accelerazione sulle riforme strutturali. La ripresa economica da un lato è frenata dall’avvio lentissimo della nuova coalizione del governo federale, formato da due partiti in seria difficoltà nei sondaggi, e dall’altro lato è proiettata verso il turbo del maxi-stimolo fiscale pluriennale, da 1.000 miliardi, da spendersi in infrastrutture, difesa, clima.

Fonte: Il Sole 24 Ore