Giappone, mega piano di stimoli da 135 miliardi di dollari per l’economia
Dal nostro corrispondente
NEW DELHI – Il governo giapponese ha approvato venerdì un pacchetto di rilancio dell’economia che punta a rassicurare i cittadini frustrati dall’inflazione, blandire i parlamentari che forniscono appoggio esterno all’esecutivo e accrescere gli investimenti in alcuni settori industriali cruciali per il futuro del Paese. Il prezzo da pagare per tenere assieme ambizioni e contingenze sarà di 21.300 miliardi di yen, equivalenti a circa 135 miliardi di dollari, oltre a una minore fiducia dei mercati finanziari nella sostenibilità del debito pubblico, che al 230% del Pil è il più grande tra quelli dei Paesi industrializzati.
«Queste misure – ha detto la neo premier Sanae Takaichi – mirano innanzitutto ad attutire l’impatto degli aumenti dei prezzi, e nel contempo allocare fondi che siano in grado di catalizzare investimenti per la crescita e verso i settori strategici per la gestione delle crisi», una formula con cui la premier, molto attenta alla sicurezza economica, intende partnership tra settore pubblico e privato per affrontare i rischi prima che diventino critici.
«Dobbiamo – ha aggiunto Takaichi – raggiungere la sostenibilità accrescendo le entrate fiscali mediante un circolo economico virtuoso: utili più elevati e maggiore reddito disponibile, grazie ad aumenti salariali trainati dalla crescita economica». Un programma vasto che sarà finanziato mediante una manovra correttiva da 17.700 miliardi di yen, quasi 4mila miliardi in più di quella dell’anno scorso, a conferma di come, dopo la pandemia, rinunciare a questa appendice della legge di bilancio stia diventando sempre più difficile. «L’ammontare iniziale era già grande – spiega Saori Tsuiki, senior economist di Mizuho Research & Technologies – ma con il passare del tempo abbiamo assistito a un processo che è tipico dei governi di minoranza». Secondo il governo, le emissioni di debito pubblico per finanziare la parte del pacchetto non coperta dalle entrate fiscali saranno inferiori ai 42.100 miliardi di yen dello scorso anno.
Mentre sul medio-lungo periodo, il programma della premier è ambizioso, sul breve ha invece prevalso una buona dose di pragmatismo: il tratto distintivo della prima grande operazione di politica economica di Takaichi è la lotta al carovita. Dopo decenni di latitanza, l’inflazione è ormai al centro del dibattito sull’andamento dell’economia giapponese. Il tasso è da più di tre anni e mezzo allineato, o sopra, al target del 2% perseguito dalla Bank of Japan e nel corso degli ultimi 12 mesi ha eroso con straordinaria velocità il capitale politico di Shigeru Ishiba, il predecessore di Takaichi rimasto in sella un solo anno.
Fonte: Il Sole 24 Ore