Ginori 1735, il rilancio passa anche dalla nuova collezione per la casa

La sua prima casa sarà il flagship store milanese del marchio, in piazza San Marco, dove sarà presentata il 19 aprile. Da lì, la collezione Ginori 1735: Domus, che segna il debutto dello storico marchio toscano nell’interior design, prenderà poi la via del mondo. Progettata dal designer Luca Nichetto è composta da quattro arredi, due lampade e quattro modelli di tessuti jacquard, realizzati rispettivamente da Barovier&Toso e Rubelli. Una collezione, dunque, molto veneziana, visto che Nichetto è nato e ha studiato nella Serenissima e che nella stessa città hanno la loro sede e la loro storia anche i due marchi coinvolti nella partnership.

«Abbiamo selezionato Barovier&Toso e Rubelli come partner per la loro maestria e la comune sensibilità creativa – spiega Annalisa Tani, Brand and Product Director Ginori 1735 -. La collezione rappresenta la perfetta combinazione tra design contemporaneo, tradizione artigianale e materiali di altissima qualità. È completamente realizzata in Italia e comprende anche cristalli e posate prodotti con grande attenzione artistica. Pezzi unici ed esclusivi che conferiscono un grande valore alla collezione stessa e la rendono interprete perfetta dei rituali moderni dell’ospitalità». Ginori 1735: Domus segna dunque un altro passo nella strategia di diventare marchio lifestyle, capace di abitare diversi spazi della quotidianità. Lo stesso Luca Nichetto è stato l’autore della collezione di fragranze per ambienti “La compagnia di Caterina”, lanciata lo scorso anno in collaborazione con la maison Jean Niel, un segmento al cuore del primo home fragrance shop in shop lanciato in marzo da Ginori 1735 da Harrods, a Londra.

Strategia di cui fa parte anche la scelta di adottare per la prima volta un ambassador, Jake Gyllenhaal, volto della campagna AI 23-24: «Abbiamo scelto Jake Gyllenhaal come nostro official talent perché incarna perfettamente i nostri valori di eleganza senza tempo e la nostra missione di portare l’arte nella vita quotidiana – prosegue Tani -. Rappresenta un’icona di stile e raffinatezza, superando ogni distinzione di età e personalità. La sua passione per l’arte, il design, la moda, il cinema e lo storytelling riflette la maestria dello stile che ha sempre caratterizzato Ginori».

Il marchio fondato a Sesto Fiorentino nel 1735 dal marchese Carlo Ginori, oggi una delle più antiche manifatture di porcellana in Europa, fa parte dal gruppo Kering, che lo reso oggetto di un’ambiziosa operazione di rilancio. Dopo anni di difficoltà e cambi di proprietà, nel 2013 Richard Ginori (questo il nome dell’azienda all’epoca) era stato rilevato da Gucci per circa 13 milioni di euro e l’anno successivo era stato nominato direttore creativo Alessandro Michele, che pochi mesi più tardi sarebbe salito alla guida anche della stessa Gucci, mantenendo uno stretto legame con la maison di Sesto Fiorentino, con cui nel avrebbe lanciato la prima collezione di oggetti per la casa Gucci Décor nel 2017. Ceo di Ginori 1735 (il rebranding è del 2020) è Alain Prost, che sta proseguendo sulla road map del rilancio del marchio, anche attraverso investimenti nella rete distributiva: lo scorso settembre è stata inaugurata la boutique di Parigi, apertura all’estero (dopo quella del 2017 a Mosca) che si aggiunge ai monomarca di Milano, Firenze e Sesto Fiorentino. Al 2019 risale invece il lancio dell’e-commerce diretto, ora disponibile per circa 30 Paesi.

In marzo, inoltre, Ginori 1735 ha aderito a Fondazione Altagamma, l’associazione delle imprese di eccellenza del made in Italy, una scelta che «ci consente di unire le nostre forze con alcune delle maggiori eccellenze italiane, impegnate nella valorizzazione del made in Italy, nella riqualificazione del settore manifatturiero e nell’espansione internazionale», commenta Tani. Ma uno dei fronti che di recente ha più impegnato l’azienda è stato l’ammodernamento della stessa manifattura: «I nuovi forni ci hanno permesso di ridurre notevolmente l’impatto ambientale della produzione – aggiunge Tani -. In particolare siamo riusciti a ridurre i consumi energetici del 62% e le emissioni di CO2 del 57% rispetto al 2021».

Fonte: Il Sole 24 Ore