
Giorgetti: quadro complicato su taglio Irpef e rottamazione
«Quella che Salvini chiama la rottamazione delle cartelle» e la riduzione delle «aliquote fiscali» al «ceto medio» costituiscono un «quadro su cui c’era una sicurezza», e che «lo dico con grande franchezza, si è complicato un po’ con tutte le vicende che a livello internazionale sono divampate e che non dipendono dal governo». Così il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, intervenendo durante un incontro della campagna elettorale della Lega Valle d’Aosta in vista delle regionali del prossimo 28 settembre
I costi e lo stop ai debitori seriali
Il costo della rottamazione quinquies finora non è stato messo nero su bianco. Come anticipato da «Il Sole 24 Ore» dell’8 febbraio, la stima di un eventuale impatto saldi 2025 con la rinuncia a sanzioni, interessi e aggi si sarebbe attestata a 5,2 miliardi. Anche se l’iter del Ddl sposterebbe il problema in avanti, si tratta di una cifra decisamente elevata per consentire una definizione su ampia scala e senza filtri all’ingresso. Da qui le voci circolate sulla possibilità di prevedere dei filtri di accesso. Da un lato, con ipotesi di soglie di debito con la riscossione o ancorate a una determinata condizione del contribuente. Dall’altro, con l’intenzione di chiudere il meccanismo delle porte girevoli delle rottamazioni.
Leo: nessuno contrario a rottomazione ma selettiva
Che la coperta è corta e le risorse andranno indirizzate su alcune priorità, lo ha ricordato nei giorni scorsi anche il viceministro dell’Ecnomia Maurizio Leo. «Nessuno nella maggioranza di governo è contrario alla rottamazione» ma va fatta «cum grano salis» ha detto Leo, intervenendo alla presentazione dell’Osservatorio sul fisco locale della Cna dell’ipotesi di rottamazione quinquies in vista della prossima manovra. Leo ha parlato di «interventi selettivi per chi si trova effettivamente in difficoltà», senza dare spazio ai «recidivi che possono pagare» e che usano «meccanismi pretestuosi» per non farlo
«Detassazione premi risultato strada da seguire»
«Abbiamo introdotto la detassazione dei premi di risultato e questa è la strada da seguire. E’ giusto che il reddito che viene erogato in più sconti una tassazione minore» perché va in direzione di una maggiore produttività, ha aggiunto Leo, ribadendo che uno degli obiettivi è rendere l’Ires premiale «strutturale, semplificandola». «Vediamo come far confluire l’Ires con il principio di ’chi assume meno paga’ nella prossima legge di bilancio», ha aggiunto, puntualizzando che «la premessa fondamentale sono le risorse»
L’intervento per il ceto medio
Sul ceto medio l’intervento ipotizzato prevede la riduzione dal 35 al 33% dell’aliquota che ora va dai 28.000 ai 50.000 euro, estendendola fino a quota 60.000 (operazione per cui servono circa 4 miliardi). Non solo. Il leader di Fi Antonio Tajani chiede anche di «cominciare a riflettere sugli stipendi più poveri». E spiega: «Si può togliere la parte di contributi che versano i lavoratori che guadagnano tra i 7,50 euro e i 9 euro l’ora».
Fonte: Il Sole 24 Ore