
Giovani commercialisti: più spazio e opportunità nell’attività di consulenza
I CambiaMenti a partire da proposte concrete e fattibili, per dare ai giovani professionisti, in particolare ai dottori commercialisti, la possibilità di specializzarsi e lavorare in ambiti di interesse, come il diritto della crisi d’impresa e la revisione negli enti locali e nelle partecipate. Nel corso del XX Forum dei giovani commercialisti, organizzato a Civitanova Marche dall’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, confronto aperto con legislatore e amministratori.
Valorizzare le nuove generazioni
«L’obiettivo è creare maggiori opportunità per i giovani professionisti e migliorare l’efficacia del sistema attraverso il ricambio generazionale», afferma Francesco Cataldi, presidente dell’Unione. «Le proposte, rivolte al mondo politico, convergono nella direzione di rendere il sistema più aperto, efficiente e meritocratico, valorizzando le nuove generazioni come leva strategica per la modernizzazione della pubblica amministrazione e del sistema economico». Una linea che trova il favore del presidente del Consiglio nazionale, Elbano de Nuccio, che rivendica il lavoro per dare centralità ai commercialisti nelle sedi della politica.
Le proposte
L’Unione propone di riservare una quota di presenza under 43 nei collegi revisori degli enti locali, accorpando la prima e la seconda fascia per gli incarichi. Si chiede di rivedere il meccanismo del sorteggio, affidato a un algoritmo oscuro che talvolta produce risultati paradossali. Infine, vanno rivisti i criteri del compenso che non possono essere ancorati unicamente al numero di abitanti, ma devono tenere conto della complessità dell’incarico.
D’accordo la politica: il presidente delle Marche, Francesco Acquaroli; Raffaele Nevi, deputato di Forza Italia; Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno e presidente del Consiglio nazionale Anci.
Adeguamento compensi minimi
Il diritto della crisi d’impresa, dopo la direttiva Insolvency, è diventato banco di prova per i commercialisti, chiamati a un’attività su più livelli – dalla composizione negoziata alle procedure – per consentire alle aziende di uscire dall’insolvenza. Eppure, anche per il diritto della crisi, i giovani si scontrano con due ostacoli: i requisiti di anzianità di iscrizione all’Albo e quelli collegati all’esperienza nello svolgimento degli incarichi. L’Unione chiede l’introduzione obbligatoria di giovani professionisti nei gruppi di lavoro e nelle commissioni tecniche, il riconoscimento dell’esperienza in affiancamento e l’adeguamento dei compensi minimi per le liquidazioni giudiziali prive di attivo. Tra le proposte anche una long list nazionale di giovani esperti formati sul Codice della crisi, protocolli di preferenza per studi che valorizzano i giovani e un meccanismo premiale per le prime nomine.
Fonte: Il Sole 24 Ore