“Girl”, un racconto di formazione per l’esordio alla regia di Shu Qi
Esordire a (quasi) cinquant’anni: dopo una carriera trentennale davanti alla macchina da presa, la celebre attrice taiwanese Shu Qi ha firmato la sua opera prima, “Girl”, che ha trovato posto all’interno del concorso della Mostra del Cinema di Venezia.
Nota soprattutto per essere la musa di Hou Hsiao-hsien, uno dei maestri del cinema asiatico, con cui ha collaborato in “Millennium Mambo” (2001), “Three Times” (2005) e “The Assassin” (2015), Shu Qi aveva iniziato la sua carriera lavorando per riviste di nudo e film erotici, prima di diventare un volto importante del cinema d’autore dell’Estremo Oriente.
Nata a Taipei nel 1976, ha vissuto un’infanzia segnata da difficoltà economiche e molti aspetti della sua vita sono stati un’ispirazione per questo suo esordio alla regia cinematografica.
Ambientato a Taiwan alla fine degli anni Ottanta, il film parla di una ragazzina che trova conforto nell’amicizia con un’altra bambina che incarna i sogni che lei ha represso. Le sue aspirazioni, però, sono messe alla prova dal passato della madre, che riflette le sue stesse difficoltà e la intrappola in un circolo vizioso di disperazione.
È un classico racconto di formazione al femminile, questo film che si concentra su terrificanti dinamiche famigliari, segnate anche dall’alcolismo e dalla violenza della figura paterna e da una madre con cui si fatica a comunicare.
Fonte: Il Sole 24 Ore